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Alberto Massucco, l'industriale vigneron che rifà il look alla Maison

Alberto Massucco, industriale piemontese, realizza il sogno della Maison, unendo passione per lo Champagne e tradizione familiare. Tra innovazione, sostenibilità e ricordi di Erick De Sousa, la visione guarda lontano

 
23 novembre 2024 | 09:30

Alberto Massucco, l'industriale vigneron che rifà il look alla Maison

Alberto Massucco, industriale piemontese, realizza il sogno della Maison, unendo passione per lo Champagne e tradizione familiare. Tra innovazione, sostenibilità e ricordi di Erick De Sousa, la visione guarda lontano

23 novembre 2024 | 09:30
 

Un industriale approdato alla champagnerie, o meglio un vigneron prestato alla metalmeccanica. Il passo non è breve ma ad Alberto Massucco non sono mai interessate le scorciatoie. Ce ne siamo accorti incontrandolo di persona e ascoltando le sue parole. Come scriveva Robert Frost, c’è chi prende la strada meno battuta e questo fa tutta la differenza. Nata nel 1882 a Castellamonte (To), dopo poco meno di un secolo la Massucco Industrie diventa una realtà consolidata grazie ad Alberto, che ne rappresenta la quarta generazione. Appassionato di Champagne sin da giovanissimo, compie innumerevoli viaggi in Francia che gli consentono di conoscere molti vignerons e diventare importatore-distributore in Italia di una propria selezione di bollicine.

Alberto Massucco, l'industriale vigneron che rifà il look alla Maison

Alberto Massucco ha trasformato il luogo natio e l'originari area industriale dell'azienda di famiglia

Alberto Massucco e l'incontro illuminante con Erick De Sousa 

Tra quei viticoltori francesi c’è Erick De Sousa da Avize (Côte des Blancs) che un giorno si offre di produrre un'etichetta a nome Massucco. Poco tempo dopo, ad Alberto si presenta l’opportunità di acquistare un terreno in quei luoghi amati e così diventa il primo italiano proprietario di vigneti in Champagne. Quasi mezzo secolo di tempo trascorso e di strade percorse, a proposito di Frost. De Sousa è morto poco meno di due anni fa ma il rapporto tra i due non si è interrotto, anzi. Le prime bottiglie prodotte insieme risalgono alla vendemmia 2018 e sono state stappate per la prima volta l’anno scorso. L’inaugurazione ufficiale della Maison Massucco del 17 ottobre - con un grande evento ricco di significato e dalle mille sfaccettature - è stata anche l’occasione per invitare “a casa” propria la famiglia De Sousa e ricordare il caro amico Erick.

Massucco: un progetto architettonico di grande portata

Con una significativa opera di riqualificazione ambientale, Alberto ha trasformato il luogo natio e l’originaria area industriale dell’azienda di famiglia sulle sponde canavesane del torrente Orco, in una struttura di 2.000 metri quadrati in cui convergono storia e modernità. Su progetto dell’architetto eporediese Leonardo Porcelli e del designer valdostano Arnaldo Tranti, le “caves”, le aree di degustazione e gli ampi spazi sono in grado di accogliere appassionati di Champagne e non solo. Le due grandi cantine con una capacità di 300.000 bottiglie ospitano rispettivamente la produzione AMC e quella di cinque vignerons distribuiti in Italia da Massucco in esclusiva: Jean Philippe Trousset, Rochet Bocart, Gallois Bouché, Les Fa’ Bulleuses e Bonnevie Bocart. Tra le due cantine è situato il caveau, che custodisce i preziosi formati Magnum di Champagne.

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Massucco: orgoglio, tradizione e visionarietà

Come una specie di ponte tra l’Italia e la Francia «Maison Massucco è sorta in questo posto per una questione sentimentale ma è anche un progetto futuribile - dice Alberto -. Saranno amici e clienti a scriverne la storia». Gli amici presenti all’Anteprima sono stati il regalo più gradito, assieme ad una barrique griffata “Champagne Alberto Massucco” ricevuta in dono dalla famiglia De Sousa, presente al completo sul palco allestito nel Salone delle Feste. A proposito di futuro, il prossimo anno è prevista l’apertura di una Maison proprio nella regione dello Champagne.

Alberto Massucco, l'industriale vigneron che rifà il look alla Maison

Il brindisi di benvenuto si è fatto nella Cave du Propriétaire (Foto Alessi)

Sempre nel 2025 sarà interessante stappare alcune delle trecento bottiglie di Blanc de Blancs 2019 affinate per dieci mesi nel fondo del Mare Adriatico di Pag (un’isola della Croazia), fatte riemergere lo scorso agosto e adesso “a riposo” come da consiglio degli esperti di Coral Wine, la cantina subacquea che si è occupata del progetto. Progetto che ci è stato illustrato da Cinzia Zanellato - responsabile marketing di Massucco Champagne - che l’ha curato in prima persona. La comparazione futura tra i vini immersi e gli omologhi affinati in cantina tradizionale sarà intrigante e contiamo di darvene conto. 

L’Ouverture per l’Ouverture, il Grand Cru stappato nella Cantina privata 

L'anteprima della Maison non poteva che essere “bagnata” da uno Champagne speciale: “L’Ouverture per l’Ouverture”, il Blanc de Blancs preferito da Alberto, Grand Cru 100% Chardonnay creato appositamente per l’occasione. Un’edizione limitata di 300 Magnum annata 2014 destinate agli ospiti della serata.

Alberto Massucco, l'industriale vigneron che rifà il look alla Maison

“L’Ouverture per l’Ouverture” di Alberto Massucco

Il brindisi di benvenuto si è fatto nella Cave du Propriétaire, la cantina personale non accessibile al pubblico. Un ambiente intimo caratterizzato da luci soffuse, pavimenti in ciottolo di fiume e volte a botte con mattoni fatti a mano volutamente irregolari. L'Ouverture extra-brut si è rivelato notevole: burroso e profumato come una musica suadente, minerale, con buona acidità e un finale di frutta secca simile a una brezza autunnale asciutta e pungente. Con Alberto ci siamo dati un ipotetico appuntamento in un futuro prossimo per apprezzarne l’evoluzione, considerando che la sboccatura è stata fatta nel marzo scorso. Restando in tema di ouverture, bella l’idea di ospitare la giovane orchestra canavesana InCrescenDo che ci ha ricevuto a inizio serata per poi fare da sottofondo musicale all’intero evento.

La cucina di Matteo Baronetto, chef stellato del Ristorante Del Cambio di Torino

Massucco ama anche il piacere del buon cibo, e ricordando con gioia e un po’ di nostalgia gli gnocchi della mamma, usa dire - proprio come noi - che al ristorante preferisce scegliere prima il vino e poi i piatti in abbinamento. Tra i suoi Champagne favoriti, la cuvée Sir Winston Churchill di Pol Roger. Assieme a Matteo Baronetto del Ristorante Del Cambio di Torino, ha ideato e progettato una cucina all’interno della Maison. Baronetto in persona e i suoi preziosi collaboratori hanno preparato e servito appetitosi finger-food, per una cena a buffet con sorpresa finale: tanti tiramisù a forma di tappo a fungo a dimensione reale. Nei vari momenti della serata, Massucco ha rivelato alcune sue passioni. Ad esempio quella per le isole e in particolare per i fari, citando principalmente il faro sull’isola di Lissa, anch’essa croata e teatro di una battaglia navale nella terza guerra d’indipendenza italiana. Oltre ai pregiati Champagne e alla solennità dell’anteprima di Maison Massucco, nei nostri occhi rimarrà il ricordo di una serata segnata dai tratti eleganti, familiari e discreti che da sempre caratterizzano la personalità e la figura di Alberto Massucco.

Alberto Massucco
Via Luigi Massucco - 10081 Castellamonte (To)
Tel 0124 518577

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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