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Circoli e liberalizzazioni pelose: anche i ministri tecnici sbagliano

di Alberto Lupini
direttore
 
06 marzo 2012 | 10:55

Circoli e liberalizzazioni pelose: anche i ministri tecnici sbagliano

di Alberto Lupini
direttore
06 marzo 2012 | 10:55
 

Anche i tecnici possono sbagliare. E pure a Mario Monti (che merita rispetto a riconoscenza per quello che sta facendo) o al ministro della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, può succedere. è quanto è puntualmente accaduto con la vergognosa proposta governativa di dare assoluta libertà d'azione, e quindi impunità totale, ai gestori dei circoli privati mettendoli di fatto al riparo dai blitz che Nas, Asl, Polizia o Guardia di finanza effettuano invece con sempre più efficienza (per fortuna) nel resto dei pubblici esercizi.

Ma come si fa, in nome di un astratto principio di liberalizzazione, a voler togliere l'autorizzazione di pubblica sicurezza per gestire i circoli? Ma il Ministro sapeva che eliminando questo iter si avrebbe il risultato di rendere assolutamente impermeabile a qualunque controllo ogni circolo, salvo dover richiedere il mandato di un magistrato per l'ingresso delle forze dell'ordine? O non conosce la materia o è stato mal consigliato. E bene ha fatto il presidente della Fipe, Lino Stoppani, a denunciare apertamente un provvedimento che avrebbe un solo sicuro effetto: aumentare a dismisura l'area dell'illegalità e dell'irregolarità che spesso è un 'tutt'uno” con i circoli.

Già perché fra evasione fiscale, mancanza di rispetto delle normative igienico sanitarie o delle disposizioni sugli orari di somministrazione degli alcolici sono gli stessi gestori dei circoli a farsi vanto di essere dei veri campioni. Vedi il servizio delle Iene citato da Stoppani.

E il guaio è che finora dal Governo non è giunto alcun segnale di ripensamento o ammissione per lo sbaglio fatto, nonostante la Fipe abbia sottolineato proprio l'area di pericolo che si crea per la comunità. In contestazione non c'è il fatto che in un locale possano entrare solo le persone iscritte. Ci mancherebbe altro. Si tratta di un antichissimo istituto da cui sono discesi i club e un po' tutti i modelli delle associazioni, comprese quelle no profit, e i sindacati. Chi condivide valori od obiettivi è giusto che possa ritrovarsi in ambienti riservati.

Ciò che non è accettabile è che in quei locali si possa trasgredire la legge per quanto attiene a comportamenti illeciti e capaci di creare danni a chi sta all'esterno. In primis c'è l'evasione fiscale, oggi finalmente oggetto di pubblico disprezzo. Ma poi c'è il consumo di alcolici senza controllo dell'età o oltre gli orari consentiti, attività che deve essere vietata comunque per tutti. Salvo che nelle abitazioni private... che sono un'altra cosa. Né si può pensare che non si debba poter controllare a sorpresa il rispetto delle minime norme igienico sanitarie per la somministrazione di cibo. Figuriamoci se poi nei circoli privati si fa uso di droghe o si promuove la prostituzione... E non parliamo di morale o altro, perché l'eventuale attività di sesso libero nei circoli privati non è cosa che riguardi la società esterna, nel senso che non è causa di rischi per altri come l'uscire da quei locali in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di droghe.

Bene ha dunque fatto la Fipe a contestare una proposta di liberalizzazione farlocca e pelosa che salva circoli di dubbia gestione, anche se spesso legati a partiti o sindacati. E visto che ci siamo non sarebbe male se sulla stessa onda si alzasse la guardia in maniera decisa anche sulla questione delle sagre, che spesso sono gestite proprio da circoli privati. E qui la faccenda si fa davvero esplosiva.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net



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