Il Senato ha approvato oggi, 6 dicembre, un disegno di legge che rende obbligatorio indicare sulle etichette dei prodotti alimentari la provenienza e anche l'eventuale presenza di Ogm in ingredienti «in qualunque fase della catena alimentare». Il ddl intitolato "Disposizioni per il rafforzamento della competitività del settore agroalimentare", varato oggi dalla commissione Agricoltura in sede deliberante, era stato già approvato da Palazzo Madama e dalla Camera, dove ora dovrà tornare per un nuovo voto dopo una serie di modifiche.
«Al fine di assicurare ai consumatori una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati - dice in particolare l'articolo relativo alla etichettatura - nonché al fine di rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari, è obbligatorio... riportare nell'etichettatura di tali prodotti... l'indicazione del luogo di origine o di provenienza e, in conformità alla normativa dell'Unione europea, dell'eventuale utilizzazione di ingredienti in cui vi sia presenza di organismi geneticamente modificati in qualunque fase della catena alimentare, dal luogo di produzione iniziale fino al consumo finale».
«Si tratta - ha detto il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan - di un voto storico quello di oggi in Senato. Se, come spero, entro l'anno il provvedimento diventerà legge, l'Italia sarà il primo Paese in Europa ad avere etichette chiare e trasparenti a tutela dei nostri prodotti tipici e tradizionali. I consumatori sapranno così se comprano un prodotto davvero Made in Italy o uno dei tanti falsi che invadono il mercato alimentare. In questa occasione è doveroso ringraziare il presidente della Commissione Agricoltura Scarpa per l'impegno profuso in questi mesi e per la determinazione dimostrata. Sono adesso convinto che il Presidente Russo calendarizzerà il provvedimento il prima possibile così da trasformarlo in legge prima di Natale. Sarebbe un bel regalo sotto l'albero di tutti gli italiani».
Soddisfatto anche il presidente della Coldiretti, Sergio Marini: «è un grande risultato frutto del lavoro del Presidente Paolo Scarpa Bonazza, dei Gruppi parlamentari e di tutti i componenti della Commissione Agricoltura del Senato, un senso di responsabilità bipartisan che dimostra che quando le cose sono giuste si possono fare bene, velocemente e con il consenso di tutti, nonostante la crisi politica e gli interessi particolari di chi rema contro. Ci auguriamo ora una rapida approvazione da parte della Camera che peraltro ha già esaminato il provvedimento».
Ben il 97% degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti, secondo l'ultima indagine Coldiretti/Swg 2010. Negli ultimi anni, con la mobilitazione a favore della trasparenza dell'informazione, la Coldiretti è riuscita a ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro, extravergine di oliva, ma ancora molto resta da fare e l'etichetta resta anonima per circa la metà della spesa dai formaggi ai salumi, dalla pasta ai succhi di frutta.
Il risultato è che, in attesa dell'approvazione della nuova norma, due fette di prosciutto su tre vendute come italiane sono provenienti da maiali allevati all'estero, tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta, oltre un terzo della pasta ottenuta da grano che non è stato coltivato in Italia all'insaputa dei consumatori, e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere ma chi acquista non può saperlo.
Stessa opinione per il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori, Giuseppe Politi :«Si tratta di un provvedimento molto importante e atteso non solo dai consumatori, ma anche dal mondo agricolo. L'auspicio è che questa misura, totalmente innovativa per il panorama agroalimentare del nostro Paese, possa diventare al più presto realtà. Per questo sollecitiamo un iter veloce alla Camera perché la nuova legge divenga entro tempi brevi operativa. Bisogna impegnarsi a livello Ue per far sì che la normativa, per quello che concerne l'indicazione d'origine, venga totalmente recepita da Bruxelles. L'approvazione al Senato ha dimostrato grande sensibilità e attenzione bipartisan. Rivolgiamo, quindi, il nostro apprezzamento ai gruppi di maggioranza e opposizione per l'impegno profuso che ha permesso il varo del disegno di legge per il quale con un'etichetta più trasparente si fornisce una prima importante risposta alle esigenze espresse più volte dal mondo agricolo italiano. In questo modo si completa un deciso passo avanti nell'azione per fare in modo che l'etichetta d'origine sia obbligatoria per tutti i prodotti agroalimentari, così come richiesto più volte dagli agricoltori. Il ddl permette, infatti, di riconoscere la provenienza e salvaguarda l'agricoltura di qualità».
«Il Codacons - afferma il presidente Carlo Rienzi - accoglie con soddisfazione la notizia dell'approvazione del disegno di legge sull'etichettatura da parte della Commissione agricoltura del Senato. Si tratta di una battaglia che ha visto il pieno appoggio dei consumatori, rappresentati dal Codacons. Da anni chiedevamo una maggiore trasparenza per combattere le truffe alimentari che rappresentano un danno per i consumatori e per gli agricoltori italiani. Grazie a questo provvedimento i cittadini saranno più tutelati e potranno acquistare consapevolmente, senza temere inganni e raggiri e senza più il rischio di comperare prodotti alimentari tipici italiani»
«Esprimiamo apprezzamento per l'impegno bipartisan che ha caratterizzato i lavori in commissione Agricoltura fino all'approvazione del provvedimento. L'unanimità conferma uno sforzo volto esclusivamente al buon fine della proposta e quindi all'interesse della produzione agricola ed agroalimentare italiana. Mi auguro un rapido 'sì” alla Camera e che quanto dimostrato al Senato possa essere d'esempio per la politica tutta». Questo il commento del presidente della Copagri, Franco Verrascina. «Sappiamo bene - ha aggiunto - che le misure sull'etichettatura avranno effettiva valenza se sulla stessa via s'incamminerà l'Unione Europea e allora chiediamo al Governo e agli europarlamentari italiani di agire con lo stesso costruttivo spirito della Commissione agricoltura del Senato per affermare la legittima logica della tutela dei produttori e dei consumatori cui dovrebbero corrispondere risposte premianti da parte del mercato».
Confagricoltura ha apprezzato l'impegno espresso dal ministro Galan e dal presidente della Commissione Agricoltura del Senato Scarpa Bonazza Buora per l'approvazione in tempi rapidissimi della legge sull'etichettatura. Il provvedimento approvato al Senato, passa alla Camera in terza lettura.
Ad avviso di Confagricoltura, però restano ancora da approfondire, nell'ottica della trasparenza, alcuni aspetti fondamentali, a partire dal fatto che si tratterebbe di un provvedimento applicato solo in Italia e non a livello europeo.
Confagricoltura si chiede anche cosa esprima il concetto di 'materia prima prevalente; e si interroga: Un prodotto trasformato può essere considerato ‘made in Italy' se il 49% della sua materia prima non è italiana? E che significa, in pratica, ultima trasformazione sostanziale'? Va chiarita la portata di questa indicazione.
«Abbiamo infine - prosegue l'Organizzazione degli imprenditori agricoli - qualche perplessità sui mangimi che non rientrano tra gli ingredienti; e allora, anche se sono Ogm, non va indicato nell'etichetta del prodotto alimentare?».
«Esprimiamo soddisfazione – ha detto Maurizio Gardini, presidente di Fedagri-Confcooperative - per l'approvazione in sede deliberante del ddl etichettatura da parte della Commissione Agricoltura del Senato, ma al contempo siamo fortemente amareggiati per la soppressione dell'articolo 3 del ddl, che prevedeva agevolazioni fiscali per le cooperative che intraprendono processi di aggregazione dell'offerta tramite fusioni o incorporazioni. La tracciabilità e l'etichettatura di origine sono temi importanti per il sistema agricolo del paese e per questo non possiamo non ribadire la nostra soddisfazione per un provvedimento che va nella direzione di garantire maggiore tutela ai consumatori e agli stessi produttori agricoli. è vero anche, tuttavia, – prosegue il presidente Gardini – che la concentrazione dell'offerta, da tempo riconosciuta come una necessità politica anche a livello comunitario, è un tema non meno importante che necessita di maggiore attenzione dai nostri decisori politici. Favorire la costituzione e lo sviluppo di strumenti di aggregazione degli agricoltori è un obiettivo che deve essere al centro dell'agenda politica non solo dell'Unione europea ma anche dei singoli paesi membri. Non si intravedono, al momento, strade alternative, per rilanciare il potere contrattuale degli agricoltori nei confronti della distribuzione moderna o delle multinazionali fornitrici di mezzi tecnici».
«Proprio muovendo dalla necessità per le nostre cooperative di essere maggiormente competitive sul mercato – conclude Gardini – eravamo in attesa del provvedimento contenuto nel ddl etichettatura per procedere ad operazioni di fusioni/incorporazioni che avrebbero consentito di raggiungere masse critiche di prodotto necessarie per affrontare un mercato sempre più senza confini e per consentire un maggiore riequilibrio del valore aggiunto all'interno dei rapporti tra produzione, distribuzione e consumo».
Fedagri-Confcooperative osserva infine che «il tema dell'origine dei prodotti agricoli va affrontato soprattutto in seno agli organi decisionali europei, come dimostra anche la prossima approvazione del cosiddetto 'pacchetto qualità” che pone le basi per una applicazione uniforme delle regole sull'origine a livello comunitario. Il pacchetto qualità sarà presentato al Parlamento Europeo il prossimo 9 dicembre dal Commissario all'agricoltura Dacian Ciolos. è auspicabile che l'Italia sia parte attiva in questa nuova proposta legislativa affinché non siano vani gli sforzi fatti a livello nazionale».
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