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Targa tarocca per i ristoranti all'estero L'ennesima brutta figura dell'Italia

di Alberto Lupini
direttore
 
22 marzo 2011 | 15:23

Targa tarocca per i ristoranti all'estero L'ennesima brutta figura dell'Italia

di Alberto Lupini
direttore
22 marzo 2011 | 15:23
 

No, così proprio non va bene. Lo abbiamo detto da subito: l'iniziativa dell'uscente ministro delle Politiche agricole di istituire l'ennesima targa-patacca per valorizzare i ristoranti italiani all'estero non sta né in cielo né in terra. è una stupidità colossale che fa il paio solo con l'arroganza con cui l'accoppiata Galan-Razzi (il Ministro e il deputato dei trasformisti 'Responsabili” che si è preso il merito di quest'imbroglio...) sono rimasti finora in silenzio di fronte al coro di contestazioni salito dalle istituzioni, dalla stampa e, soprattutto, dagli addetti ai lavori. A partire dai ristoratori italiani nel mondo, che non sono stati nemmeno consultati o informati...

Siamo di fronte a una colossale presa in giro sia di quanto con serietà si sta già tentando di fare per valorizzare la ristorazione italiana all'estero (la certificazione di qualità di Unioncamere e Isnart che è sostenuta da ben 5 Ministeri, fra cui quello di Galan...), sia di un'opinione pubblica a cui si vuole far credere che sia davvero possibile promuove il Made in Italy a tavola solo con un targhetta, assegnata ai soliti amici degli amici in assenza di qualunque controllo o rispetto di regole concordate.

Quel che fa più male è che questo avviene proprio mentre la poltrona del ministero delle Politiche agricole dovrebbe passare da Galan (forse è questione di pochi giorni, guerra con la Libia permettendo) all'on. Saverio Romano, il gran capo dei 'Responsabili”. Se queste sono le premesse non c'è proprio da stare allegri e in molti dovranno convincersi che forse l'ex ministero dell'Agricoltura serve solo a fare propaganda, ma pochi fatti.

Per concludere vogliamo solo ricordare che l'iniziativa di Galan e Razzi non sembra coperta da alcun finanziamento, né presso la segreteria c'è traccia di questo annunciato decreto che nero su bianco nessuno ha ancora visto. Che si sia trattato solo di uno scherzo o di uno di quegli annunci-civetta che piacciono ai politici? Se così fosse potremmo perdonare a Galan una scivolata di stile che ci ha fatto però perdere per l'ennesima volta la faccia a livello internazionale.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net




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© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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30/03/2011 11:29:00
7) Non c'è premio migliore del cliente soddisfatto
Il premio migliore per un ristoratore è il CLIENTE soddisfatto. Non c'è premio che vale, se il cliente esce scontento. Lui non tornerà più. Quindi lavoriamo bene, aggiorniamoci sia nella Cucina che nei Prodotti, creiamo con modestia e ... siamo rispettosi l'uno dell'altro. Grida ... ALLA TARGA..... ALLA TARGA....ALLA TARGA, fate la fortuna di pochi. La carota.... davanti non dà il successo.... il bar italiano non chiede la targa, la moda italiana non chiede la targa, l'architettura italiana non chiede la targa...... e potrei scrivere all'infinito sulle eccellenze italiane che non chiedono la targa. BUON LAVORO A TUTTI!!! LE NOCI VUOTE SI ROMPONO SUBITO, fanno solo rumore per nulla.


24/03/2011 16:44:00
6) La politica al nostro servizio, non noi al servizio della politica
Ci sono targhe e targhe, diamo valore a quelle che hanno un legame con il turismo, con il territorio, con le scuole. Coinvolgiamo le associazioni di categoria: Confesercenti, Confcommercio, i giornali, le Camere di commercio, ecc., per la crescita di tutto il comparto recettivo e ristorativo. Burocrazia, clientelismo, sprechi ormai devono diventare strumenti e metodi non degni di un Paese che vuole premiare chi investe, lavora. La politica al nostro servizio, non noi al servizio della politica. Grazie direttore.


24/03/2011 12:40:00
5) Razzi e le targhe da Italietta da operetta
Ma siamo davvero un Paese da operetta. Ci rendiamo ridicoli con l'iniziativa trasformista di un politico che dopo aver traditi gli elettori cerca di ingrassare amici magari mafiosi regalando targhe dello Stato italiano. E che poi abbia bisogno persino di una scorta fa ridere: i ristoratori onesti non lo prenderebbero nemmeno a sberle. L'On. Razzi è proprio un esempio di questa italietta fatta di corruttori e ricattatori che si fa trascinare alla guerra con la Libia senza nemmneno spina dorsale. Altro che difesa degli interessi nazionali o di settore.


24/03/2011 12:34:00
4) Bravo direttore, ai ristoranti italiani all'estero servono rapporti veri con le istituzioni
Ottima analisi direttore. I ristoratori all'estero non hanno bisogno di targhe ma di una vera relazione con regioni, produttori e media per poter educare il cliente sul Made in Italy


23/03/2011 23:33:00
3) Più che una farsa sembra una tragedia
Sarebbe da sganasciarsi se non stessimo vivendo un momento che più che alla farsa somiglia alla tragedia. Per dirla all'aretina e per restare in tema, qui sembra proprio che qualcuno si sia "dat'al fiasco"!


23/03/2011 12:14:00
2) Alle targhe non credono per primi i ristoratori
Leggo sempre con estremo interesse gli editoriali del Direttore Lupini con il quale ancora una volta mi complimento per l'attenzione che dedica alle problematiche del settore della ristorazione. Le targhe, è il mio parere, sono un falso problema alle quali non credono per primi i ristoratori e basta vedere quante, di diverso tipo ed origine, ne espongono sulle vetrine dei loro locali. Non credono i ristoratori, non ci credono i clienti, non ci credono chi le crea e le assegna. Tutti però vogliono la targa della "Verità" assoluta: agli italiani piace prendere e farsi prenderein giro, quindi facciamo finta di credere alle targhe come fonte di salvezza del nostro orto. Gli orticelli servono se insieme ad altri, di diverso genere, si uniscono formando una piantagione, non mono coltura, chiamata "Sistema Italia", "Marchio Italia", dove accanto alle intelligenze ognuno investa in termini di lavoro, professionalità, capacità organizzative e anche con finanze proprie. Se sei forte, se diventi forte, se dimostri che non hai bisogno di altri, troverai tutti disposti ad aiutarti anche finanziariamente ed a lasciare che sii tu a continuare a condurre le danze: per primi correranno, le istituzioni ed i politici. Riusciremo noi italiani, in Italia e all'estero, ad essere capaci di collegare e sostenere interessi plurali? Sono convinto che il Direttore di Italia a Tavola ci sosterrà.


23/03/2011 12:12:00
1) Mi vergogno di essere italiano: dobbiamo fare squadra!
Caro Direttore,
è inutile dirle che condivido le sue parole, voglio solo aggiungere: il bluff è presto annunciato, infatti credo che entro oggi Galan passerà alla Cultura per dare posto a Saverio Romano, che di agroalimentare ne sa meno di Galan. Di male in peggio. è ridicolo quello che il Governo sta facendo, le cose fatte tanto per campare si sa che alla lunga muoiono, e questo Governo cerca di arrampicarsi sugli specchi per cercare di finire una legislatura e il danno sarà solo il nostro! Mi vergogno oggi più che mai di essere Italiano e di appartenere a una categoria che sta in silenzio, in altri settori scioperano per un bunga bunga, noi restiamo in silenzio. Ma la cosa grave che ognuno pensa a se stesso, credo che il problema sia questo, e i politici lo sanno bene. Nessuno a parte il suo giornale e qualche associazione si lamenta, ma si sa, una noce nel sacco non fa rumore. Dobbiamo fare gruppo altrimenti è inutile lamentarci!




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