Onore delle armi al combattente. Con un po' di ironia ci sarebbe da titolare così su una vicenda incresciosa quale quella dell'ex ministro dello Sviluppo economico che ha lasciato la poltrona, dopo aver cercato di restarci attaccato con le unghie e coi denti, sull'onda di uno scandalo causato non tanto, e non solo, dall'aver forse intascato qualche bustarella (questo lo valuterà la Magistratura), quanto, piuttosto, dall'aver preso in giro milioni di italiani con le sue 'balle” colossali sul valore di mercato del suo attico con vista sul Colosseo. I 600mila euro di valore dichiarati ripetutamente da Claudio Scajola rappresentano forse il segno più evidente di un'arroganza che non può avere difesa, né a destra (dove lo hanno giustamente scaricato), né a sinistra (dove hanno forse strumentalizzato le debolezze di questo ometto...). A tale prezzo non si prende una casa di quel tipo nemmeno in una cittadina di provincia. Scajola ci ha preso tutti per i fondelli e, giustamente, Berlusconi lo ha mollato al suo destino.
Ma ora che si volta pagina è giusto forse chiedere al Governo un salto di qualità.
Così come sta succedendo qualcosa al ministero dell'Agricoltura, dove il dopo Zaia all'insegna di Galan sembra indulgere meno al populismo e un po' di più al realismo, così ci aspetteremmo una qualche svolta in un dicastero fondamentale in un momento critico come l'attuale. Al di là delle trombonate sul nucleare (che avrà effetti positivi, forse, fra 7-8 anni), la gestione di Scajola sembra infatti essere passata come acqua su un ombrello... bagna un po' ma non lascia traccia. è vero che non ci sono risorse (e non possiamo rischiare di fare la fine della Grecia), ma ci sono interventi che non possono essere procrastinati sine die.
Per restare nell'area dell'Horeca ci piace ricordare che anche per il comparto dei servizi non sarebbe poca cosa che l'Italia si dotasse di linee Adsl a banda larga per agevolare ad esempio prenotazioni e consultazioni. Giusto per non perdere il treno della ripresa che è dietro l'angolo. La ristorazione ha piu che mai bisogno di essere messa in condizioni di lavorare senza troppi lacci o concorrenze sleali, ma il ministro Scajola ha di fatto lasciato campo libero alle
incursioni della Sanità, coi decreti-farsa sugli additivi vietati solo in cucina, o all'Agricoltura con la valorizzazione delle bufale dei prodotti a km zero, con la
totale impunità ai falsi agriturismi o con gli
incentivi sulle sagre taroccate. Tutte aree su cui l'ex Ministro non ha mai aperto bocca. O se lo ha fatto, è stato per prendere atto di decisioni già prese da altri. Come nel caso della Fiat che chiude lo stabilimento di Termini Imerese (Pa), e lui lo apprende dalla stampa.
Già, la stampa che, rossa o azzurra che sia, per Scajola è sempre una cosa da condannare. Se si è dimesso sarebbe solo per colpa dei giornali. Quei giornali che l'ex Ministro ha cercato di piegare col suo
scellerato decreto che ha tolto le tariffe agevolate per le spedizioni postali, senza aver fatto nulla per favorire la crescita di aziende capaci di essere alternative alle Poste. A questo punto c'è solo da augurarsi che il Cavaliere, visto che Scajola non fa più parte del suo Governo, cancelli i contributi per garantire le tratte aree da Roma ad Albenga, usate solo dall'ex Ministro con un costo medio annuo di un milione di euro.
Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.netArticoli correlati:
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