I ministri della salute dell'Ue, nonostante il 'no” dell'Italia del ministro Ferruccio Fazio (nella foto), hanno raggiunto un accordo politico in materia di etichettatura alimentare che rende obbligatoria l'indicazione del valore nutrizionale sugli imballaggi dei prodotti venduti in Europa.
In base all'intesa, che passa ora all'esame del Parlamento europeo, il consumatore dovrà trovare sulla confezione il valore energetico e il tenore (espresso per 100 grammi o 100 milligrammi) in grassi, grassi acidi saturi, proteine, glucidi, zuccheri e sale. Il Consiglio ha tuttavia previsto alcune esenzioni, richieste da Fazio, come nei casi del vino e delle bevande alcoliche (ma non per gli alcopops) e per gli alimenti non preimballati, a condizione che gli Stati membri non decidano diversamente. L'intesa prevede anche l'obbligo di indicare il Paese d'origine dei prodotti in etichetta solo se la sua assenza è tale da indurre il consumatore in errore. Viene invece esteso l'obbligo dell'origine in etichetta al pollame, alle carni ovine e suine sulla falsa riga di quanto già avviene per la carne suina.
E sul no alla norma espresso dal ministro italiano Fazio, interviene duramente l'associazione dei consumatori Aduc, con le parole del presidente Vincenzo Donvito: «Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, ha votato contro le proposte Ue in materia di etichettatura alimentare. Cosa proponeva il Consiglio dei ministri Ue? Che anche sui prodotti coi marchi della grande distribuzione fosse indicato il produttore, e che le indicazioni nutrizionali fossero da specificare non solo per 100 grammi ma anche per porzione. Non solo, ma il nostro Ministro è riuscito anche a far approvare l'esenzione dall'obbligo di indicare sulle etichette di alcune bevande alcoliche la liste degli ingredienti e dei contenuti nutrizionali. Fazio ha specificato di aver agito così a tutela dei produttori italiani».
«E i consumatori - continua Donvito -, che sono il 100% della popolazione? Il ministro ha di fatto detto: chi se ne frega. Compri una mozzarella a marchio, per esempio, Esselunga, Coop o Sisa? Chi se ne frega di farti sapere se è prodotta in Cina o Vietnam piuttosto che nel casertano! Compri un cibo confezionato di 50 grammi, chi se frega se per sapere quali sono i suoi valori nutrizionali devi andare al supermercato dotato di calcolatrice e fare i calcoli per sapere quanto stai ingerendo di questo o quell'altro! Per l'esenzione delle indicazioni in etichetta ad alcune bevande alcoliche, mettiamo che sia il vino... chi se ne frega se i consumatori continueranno a non sapere che cosa usano i vignaioli per renderlo quello che è e per sapere se bevendo una bottiglia o mezza bottiglia è come se ci si facesse un chilo di spaghetti o di carne di maiale.L'importante, per il ministro Fazio, è che i produttori continuino a fare quello che vogliono e che non spendano un centesimo in più per meglio informare i consumatori».
«Quanto approvato in Consiglio a Bruxelles - conclude Donvito - è un accordo politico in prima lettura, quindi ci sarà un'ulteriore sessione del Consiglio e poi il Parlamento europeo. Vedremo quando il tutto sarà obbligatorio come si contorcerà la legislazione italiana per evitare di farvi fede, oppure vedremo i produttori che, come per le quote latte, verseranno migliaia di confezioni di prodotti sulle autostrade pur di non ottemperare alle direttive comunitarie. Poi c'è qualcuno che si domanda se l'Italia è in Europa o meno...»
L'Italia è stato l'unico Stato membro ad opporsi all' accordo in prima lettura, in quanto ora il dossier passerà al Parlamento Ue prima di ritornare all'esame dei ministri. «L'Italia ha votato contro – ha spiegato Fazio per due ragioni che rappresentano aspetti irrinunciabili per la tutela dei nostri produttori».
Il no italiano nasce da due ragioni. In primo luogo per la presenza nel testo dei ”private labels”, ossia i marchi propri a cui fa sempre più ricorso la grande Distribuzione impedendo di fatto il riconoscimento del produttore nell'etichetta. «Questo rappresenta – ha spiegato il ministro – un danno per la produzione alimentare italiana dove sono spesso presenti prodotti artigianali confezionati da piccole e medie imprese. C'e' comunque ancora la possibilità di modificare questo approccio perché la Commissione europea è dalla nostra parte».
Al riguardo, lo stesso commissario Ue alla salute, John Dalli, interrogato dai cronisti, ha ribadito «che la Commissione è favorevole affinché sull'etichetta appaia non solo il nome del venditore, ma anche quello del produttore. è importante capire da dove viene il prodotto e quindi è importante che il consumatore ne sia sensibilizzato».
Il secondo problema sollevato dal ministro concerne la mancanza del valore nutrizionale in etichetta per porzione di alimento confezionato, mentre al momento è previsto il solo valore nutrizionale per 100 grammi di alimento. Interrogato poi sui profili nutrizionali Fazio ha tenuto a precisare: «I profili nutrizionali ci saranno. Noi vogliamo difendere le aziende italiane e potremmo pensare, per alcuni prodotti (dolciari ma non solo) all'introduzione di profili nutrizionali specifici». Anche su questo fronte la Commissione europea ha fatto capire che il negoziato non è chiuso e ci sono ancora spazi di manovra dopo il passaggio del dossier al Parlamento Ue. Fazio si è detto invece soddisfatto per aver ottenuto «la non applicabilità di quelle norme alle bevande alcoliche».
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