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Ristorazione, il silenzio delle istituzioni Ma ora i cuochi si muovono

di Alberto Lupini
direttore
 
08 febbraio 2011 | 12:34

Ristorazione, il silenzio delle istituzioni Ma ora i cuochi si muovono

di Alberto Lupini
direttore
08 febbraio 2011 | 12:34
 

Mentre continua la saga dei grandi chef stellati (dai cavalieri in mostra a Identità Golose al riconoscimento internazionale di Massimo Bottura), con un'attenzione della stampa che a volte sembra esagerata per la realtà sociale che questa nicchia rappresenta, per la Cucina italiana, la ristorazione e l'enogastronomia nel suo complesso continua ad esserci il vuoto di iniziative. Anche se invitati su temi specifici (vedi la proposta al ministro Giancarlo Galan di costituire una Sopexa italiana per la promozione dei nostri prodotti), i politici preferiscono eclissarsi ed evitare di prendere impegni che non siano generici. Oppure si alzano indignati perché qualcuno, sia pure con modalità magari discutibili, come ha fatto Alessandro Di Pietro a Bontà loro, denuncia la collusione tra la mafia e un prodotto simbolo della Sicilia a tavola come il pomodoro Pachino.

Eppure basterebbe davvero poco per dare un po' di unità alle tante, troppe, iniziative del settore che, senza coordinamento, cercano di promuovere la crescita di un settore che, visto anche il ruolo di punta assunto da tempo per il traino del turismo, potrebbe contribuire in maniera determinante a fare crescere il Pil nazionale. Altro che angosciarsi se Marchionne minaccia o spera di spostare all'estero la sede decisionale della Fiat...

Ma per fortuna l'assordante silenzio della politica non impedisce alle imprese e ai professionisti del settore di guardare avanti e di cercare nuovi equilibri. è il caso dei nuovi obiettivi rilanciati nell'assemblea di Mantova dall'Associazione professionale cuochi italiani per garantire un salto di qualità alle giacche bianche. Il vecchio leone Carlo Re è tornato in campo per sollecitare i cuochi italiani a fare sul serio squadra per essere più forti, contare di più e garantire più opportunità alla Ristorazione nella sua totalità, non solo a quella stellata. E la risposta dei suoi associati è stata immediata, approvando nei fatti il progetto di riorganizzazione dell'associazione per farne il polo più importante e la casa di tutti i cuochi. Una strategia che non possiamo non condividere e sostenere, al pari di quelle di tutte le associazioni che vogliano davvero cercare di uscire dalla logica del piccolo cabotaggio o della sopravvivenza.

L'Italia del fuori casa e dell'enogastronomia ha bisogno di una rappresentanza più forte a tutti i livelli e in assenza di scelte delle istituzioni tocca ai sindacati e alle associazioni fare la loro parte. L'Associazione professionale cuochi italiani sembra essersi messa d'impegno e sarebbe auspicabile trovare altri segnali incoraggianti. A partire magari dalla Fipe, da cui ci aspettiamo che riprenda al più presto la strada che sembrava avere avviato con decisione qualche mese fa, salvo poi impantanarsi negli scandali legati ai locali notturni. Ora però è davvero tempo che si possa veder cambiare qualcosa...

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net




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© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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09/02/2011 20:07:00
2) I politici se ne disinteressano e i ristoratori contano troppo poco...
Caro Antonio Nunziata il suo è un grido di dolore che condivido e che abbiamo già rilanciato in passato. Se devo dirla tutta credo che la formazione professionale abbia davvero toccato il fondo e siano poche le scuole alberghiere che riescano a tenere il passo. E questo per colpa da un lato della insensibilità (uso un eufemismo) dei politici e dell'altro perchè non esiste un livello di rappresentanza forte e coeso della ristorazione nella sua totalità, dalle piccole trattorie di provincia ai grandi alberghi delle metropoli. Proprio per questo sollecitiamo un'unità d'azione fra le troppe sigle del settore così da raccordare la ristorazione alla produzione e dare forza ad uno dei settori economici più importanti del Paese.


08/02/2011 18:31:00
1) Parliamo anche dell'istruzione professionale alberghiera...
Mi scusi signor Lupini, mi sono mancate tre parole: giovani, istruzione, scuole alberghiere! Cosa pensa in merito la vostra testata? E le associazioni di categoria di cui io faccio parte da più di 27 anni con la Fic? Cosa dite a proposito dello sfaldamento dell'istruzione alberghiera, con i tagli drammatici portati alle esercitazione di laboratorio di sala cucina e segreteria, il vostro silenzio è assordante, non ho il coraggio di chiedere adesione per le associazioni, ora è il momento della lotta, adesso ci dovete stare vicini su tutta la linea, questo è il primo colpo che battete! Il "pomodoro pachino" sarà anche importante e non lo nego, ma parlare di ciò, invece che di tutto il comparto dell'istruzione alberghiera, che sta subendo un vero e propro smembramento sotto forma di tagli scriteriati, in tutte le materie del settore enogastronomico sa di beffa! Non abbiamo più fondi per formare le nuove leve, e senza soldi non si cantano messe! STATECI VICINO NELLA LOTTA E SUPPORTATECI A TUTTI I LIVELLI, NE ABBIAMO VERAMENTE BISOGNO! ALTRO CHE VIDEO MESSAGGI, con tutto il rispetto che le è dovuto! QUELLI LASCIAMOLI AL BERLUSCA CHE NE FACCIA L'USO CHE VUOLE!




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