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In vigore il Codice del turismo La Fipe sospende il giudizio

Il Codice è entrato in vigore, tra le polemiche e il malcontento delle associazioni. Il Ministro Brambilla si è impegnato a diramare una circolare interpretativa per chiarire l’effettiva portata del provvedimento. Per il momento nessuno scontro con Fipe, ma si attende il testo della circolare

21 giugno 2011 | 17:41
In vigore il Codice del turismo La Fipe sospende il giudizio
In vigore il Codice del turismo La Fipe sospende il giudizio

In vigore il Codice del turismo La Fipe sospende il giudizio

Il Codice è entrato in vigore, tra le polemiche e il malcontento delle associazioni. Il Ministro Brambilla si è impegnato a diramare una circolare interpretativa per chiarire l’effettiva portata del provvedimento. Per il momento nessuno scontro con Fipe, ma si attende il testo della circolare

21 giugno 2011 | 17:41
 



Il ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla (nella foto) prende tempo e cerca di allontanare la protesta dei ristoratori italiani nell'incontro di oggi, 21 giugno, con la Federazione italiana pubblici esercizi (Fipe) che è coinciso con l'entrata in vigore del Codice del turismo, duramente contestato da diverse associazioni di categoria (dai cuochi fino alle imprese balneari, passando dalle agenzie di viaggi).

Il Ministro - che solo pochi giorni fa aveva cercato di raggiungere una tregua con le associazioni di categoria lanciando l'iniziativa delle 'Medaglie d'oro al merito del turismo” per i cuochi italiani che lavorano in patria e all'estero - si è impegnato a diramare una circolare interpretativa per chiarire l'effettiva portata del provvedimento, che, come evidenziato più volte da 'Italia a Tavola”, allargava eccessivamente le maglie di chi può somministrare pasti anche senza i vincoli e le regole che valgono per chi ha una licenza di ristorante o pizzeria.

Soprattutto per quanto riguarda gli alberghi e i campeggi - punto maggiormente al centro di tensioni - tale circolare dovrebbe limitare la possibilità di aprire, a chi non è già cliente, i ristoranti presenti all'interno della struttura solo in presenza di licenze già in essere.

Altro punto su cui si intende vedere le carte è l'affermazione del Ministro secondo cui i ristoranti sarebbero già imprese turistiche, anche se non sono operanti nei distretti turistici. Se la cosa sarà confermata potrebbe essere una novità interessante per il settore, soprattutto per la possibilità di aiuti e sostegni strutturali.

La Fipe al momento appare soddisfatta, ma si riserva di valutare ulteriormente la situazione dopo aver letto nel dettaglio il testo della circolare. Esplicite in tal senso le parole del vicepresidente nazonale Alfredo Zini (nella foto a destra): « Bene le parole del Ministro, sia sulla norma chiarificatrice che tutti i ristoranti sono imprese turistiche e che non tutte le Alfredo Ziniimprese ricettive possano somministrare. Con questa norma che forse è stata mal interpretata, lavoreremo insieme a Fipe per riportare la norma alla giusta interpretazione. Infine il MInistro ha chiesto la piena condivisione di Fipe nell'organizzazione di Milano». Zini ricorda che «quando ci si incontra e ci si parla si trovano strade comuni da percorrere insieme. Ringrazio il Ministro Brambilla per le sua disponibilità e collaborazione , ma per il momento i nostri associati aspettano i chiarimenti, se non arrivassero ci troveremo costretti ad intraprendere azioni di protesta». Quello che poteva essere uno scontro è dunque per il momento rimandato, almeno fino a quando non verrà reso noto il testo della circolare ministeriale.

L'entrata in vigore del Codice
Dopo che ieri era saltato il maxi emendamento che avrebbe dovuto "limitare i danni" applicando la normativa solo ai distretti turistici, oggi, 21 giugno, è entrato in vigore il Codice del turismo realizzato, secondo il ministro Brambilla, per garantire maggiore efficienza ed elevata qualità dei servizi al consumatore e per permettere una crescita delle imprese turistiche nazionali.

La posizione di Assoturismo-Confesercenti
Claudio AlbonettiNegativo il giudizio di Assoturismo-Confesercenti: «L'avvio del Codice del turismo - ha commentato il presidente Claudio Albonetti (nella foto a sinistra) - non può essere salutato con soddisfazione dalle imprese. Se, infatti, registriamo qualche ragionevole attenzione in più per il turista consumatore, queste disposizioni renderanno più complicata la vita alle nostre aziende per la liberalizzazione selvaggia che sta alla base di questo Codice. Una deregulation che finirà per legittimare forme di concorrenza abusiva, non sorrette cioè da una giusta professionalità e da un minimo di regole in grado di garantire ordine e correttezza, portando caos e cannibalismo tra le imprese turistiche italiane. In tal modo si fa, dunque, un cattivo favore anche ai turisti: con meno qualità e più confusione certamente si rischia di accentuare solo gli elementi di crisi e di sofferenza del settore, proprio a danno dei servizi che vanno dedicati agli ospiti. Abbiamo con tenacia cercato di far comprendere che il turismo è una medaglia a doppia faccia: i turisti e le imprese. Ed il suo valore cresce se entrambi possono contare su risposte convincenti alle loro esigenze. Ma, purtroppo, per ora questo non è il caso del Codice che, al contrario, necessita di immediate correzioni e di aggiustamenti profondi, soprattutto se si vuole che eserciti una funzione positiva già nelle ormai prossime vacanze estive».


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22/06/2011 10:25:00
1) C'è bisogno di partecipazione, non di imposizioni
Detto fatto; le nostre associazioni incominciano il carosello dello scaricabarile, vedrete che alla fine è colpa del sig. Walter, ristoratore a Bedizzole, o di chiunque lavori nel settore turistico. Loro non hanno colpa (Ponzio Pilato è risorto...); almeno ci fasse stata una, dico una, riunione informativa a livello territoriale su questa legge, sarebbe stato poco ma almeno un minimo di confronto, di dibattito, di conoscenza dei problemi. Quanto purtroppo siamo distanti... Non lamentiamoci della non partecipazione, non diamo colpa alla crisi, stiamo costruendo un muro tra le aziende e gli organi dirigenti di incomunicabilità che ritengo non giusto. Spero che la mia organizzazione Fiepet Confesercenti accolga questo grido di aiuto che viene dalla base della sua associazione: abbiamo bisogno di partecipazione, non di imposizioni.




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