CREMONA – La quattro giorni di full immersion nelle eccellenze agroalimentari italiane che si è conclusa a CremonaFiere con Il BonTà ha dato un risultato certo: la qualità è l'arma migliore dei produttori nazionali per risollevare le sorti del settore in un momento economico difficile come quello che stiamo attraversando.
Una qualità che è apprezzata indistintamente da buongustai e operatori professionali della ristorazione e della distribuzione; per questo Il BonTà si è rivelato una vera e propria miniera d'oro per chi è alla ricerca di produzioni d'eccellenza, si parli di vini, salumi, formaggi o dolci, per esempio. E di questo avviso sono stati anche i media, che hanno seguito con grande attenzione questo lungo goloso weekend: oltre 60 i giornalisti accreditati e numerose troupe televisive (di cui 3 nazionali) presenti in fiera per documentare tutta la manifestazione, qualificando Il BonTà anche come un importante momento di esposizione mediatica per tutto il settore.
«Il BonTà è nato sei anni fa come strumento di lavoro al servizio della ristorazione e della distribuzione – ha dichiarato Antonio Piva, presidente di CremonaFiere – perché sono proprio queste figure che devono farsi interpreti delle produzioni enogastronomiche nei confronti del consumatore. In questo senso Il BonTà ha una duplice funzione: da una parte è uno strumento commerciale altamente qualificato, mentre dall'altro rappresenta un importante strumento culturale per la valorizzazione del nostro prodotto tipico».
Questa doppia valenza si è concretizzata in quattro giorni fittissimi di scambi commerciali - con protagonisti i buyer della ristorazione e della distribuzione tradizionale - e di eventi mirati alla diffusione di una più profonda conoscenza dei prodotti: concorsi, degustazioni guidate, seminari e tavole rotonde che hanno visto la partecipazione di chef affermati, nutrizionisti di grande esperienza, associazioni e istituzioni coinvolte nel settore.
Basti pensare all'ormai tradizionale appuntamento con il Cheese of the year, campionato mondiale dei formaggi; al concorso Pizza Che BonTà, che ha visto partecipare una selezione di 150 pizzaioli; alla semifinale del Campionato italiano baristi caffetteria; al prestigioso Premio Cremùna d'oor per le paste ripiene da forno; alla presentazione del ricercatissimo volume edito da CremonaFiere sulle Ricette scacciacrisi; alle 10 ore al giorno di degustazioni guidate.
«Il BonTà si è dimostrato anche quest'anno uno dei più importanti punti di riferimento fieristici a livello nazionale per l'agroalimentare italiano – ha concluso Piva. I dati di affluenza (42.172 i visitatori) confermano che la qualità, su cui Il BonTà ha puntato tutto facendo una rigida selezione degli espositori, è il principale punto di forza del settore. I consumatori e i buyer che arrivano a Il BonTà sanno che qui c'è il meglio della tradizione enogastronomica italiana: un patrimonio che vogliamo difendere e valorizzare al massimo, perché il made in Italy rappresenta la carta migliore che possiamo giocare sui mercati internazionali».
«Vedere che c'è così grande interesse per il prodotto tipico di qualità – ha concluso Piva – è rincuorante soprattutto per la salute delle nostre piccole e medie aziende impegnate nel settore; insieme costituiscono un solido pilastro per tutto il sistema economico nazionale, ed è fondamentale che venga loro riconosciuto il ruolo che meritano. Siamo ormai in vista dell'Expo 2015, in cui l'alimentazione giocherà da protagonista, e sono convinto che Il BonTà potrà essere in questo senso un grande strumento di promozione del made in Italy di qualità».
Le cinque 'm” del caffè: al Campionato italiano baristi caffetteria
Miscela, macina, macchina, manutenzione e mano del barista: queste le cinque 'm” del caffè; i punti cardine su cui si vuole ridisegnare il lavoro dei baristi in Italia.
Il caffè rappresenta, infatti, una delle tradizioni più radicate nel nostro Paese, ma «manca una vera e propria cultura sull'argomento, sia da parte dei baristi, sia da parte del consumatore». Questa la convinzione di Gianfranco Carubelli di Asachimici Pulycaff, organizzatore della semifinale del Campionato italiano baristi caffetteria che si è svolto nell'ambito de Il BonTà, il salone dell'enogastronomia tradizionale che si è concluso alla Fiera di Cremona.
«Il caffè è la seconda bevanda più consumata in tutto il mondo dopo l'acqua – continua Carubelli – e ha un giro d'affari che è secondo solo al petrolio (dati Comunicaffè). Questo dimostra l'importanza che riveste non solo nella cultura italiana, ma ovunque. Si avverte però la necessità di una maggiore professionalità da parte di chi sta dietro al banco, che deve conoscere il prodotto, consigliare la miscela giusta, e naturalmente utilizzare gli strumenti più adatti nella preparazione; il barista non può essere un semplice mescitore».
Ed è proprio questo l'obiettivo principale del Campionato italiano baristi caffetteria: creare maggiore cultura intorno al caffè e al lavoro dietro il banco del bar. «Così come in un bar si trova una scelta di vini o di grappe che possono accontentare i diversi gusti, per esempio – sottolinea Carubelli – ci auguriamo che prima o poi accada lo stesso anche per le miscele, e che i baristi diventino finalmente gli enologi del caffè».
La semifinale del Campionato italiano baristi caffetteria che si è tenuta a Il BonTà ha aperto le porte della finalissima, che si svolgerà a Carrara a marzo del prossimo anno, a Fabio Menichelli, barista romano che si è dimostrato il più bravo e veloce tra le decine di colleghi provenienti da tutta Italia che si sono sfidati a colpi di cappuccini, espressi e bevande a base di caffè.
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