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Enogastronomia e turismo Le opportunità sprecate di BuonItalia

di Alberto Lupini
direttore
 
28 giugno 2011 | 12:37

Enogastronomia e turismo Le opportunità sprecate di BuonItalia

di Alberto Lupini
direttore
28 giugno 2011 | 12:37
 

La promozione dell'enogastronomia italiana, e del collegato turismo di settore, avrebbe dovuto essere l'obiettivo di un ambizioso programma di collaborazione fra i ministeri delle Politiche agricole e del Turismo annunciato con grande enfasi in occasione del Vinitaly. Nonostante le grandi aspettative suscitate, da aprile ad oggi non sembra essere stato fatto nulla di concreto. Anzi, le poche iniziative sembrano andare tutte nella direzione del perdurare di divisione, sperpero di risorse e occasioni mancate. La più evidente dimostrazione è il famoso Codice del turismo, che dopo avere suscitato le contestazioni di quasi tutti gli operatori è in attesa di una circolare interpretativa (sulla cui efficacia continuiamo a mantenere dubbiose riserve) che dovrebbe forse ridurre lo stato di insoddisfazione della ristorazione italiana, duramente penalizzata dal testo della Brambilla.

Che in quel testo mancasse un minimo di coordinamento con altri Ministeri (da quello della Sanità a quello delle Politiche agricole) era evidente a tutti. Stupisce però che, pur a fronte di polemiche e dure contestazioni, un politico attento e navigato come il ministro Saverio Romano non abbia preso almeno carta e penna per sottolineare come sia un assurdo non prevedere nel Codice del turismo un ruolo più preciso degli agriturismi (magari con l'obiettivo di integrarli a pieno titolo, anche sul piano normativo, con il resto della ristorazione a cui fanno concorrenza a volte scorretta...).

Per non parlare della questione scandalosa delle sagre, che da occasione di promozione intelligente di territorio, prodotti e tradizioni si sono via via trasformate (salvo rare occasioni di qualità) in scatole vuote dove l'imbroglio e la contraffazione mettono in secondo piano turismo ed enogastronomia. E lo dimostra anche il fatto che il manifesto che con Davide Paolini, organizzazioni di categoria ed esperti avevamo elaborato nello scorso settembre è rimasto lettera morta, totalmente ignorato dai ministri Brambilla e Romano, sulle cui scrivanie giace inutilizzato...

Ma queste sono forse situazioni ancora banali se si pensa che non si sta facendo assolutamente nulla per una vera promozione del Made in Italy a tavola nel mondo e del nostro turismo. BuonItalia continua ad essere quella grande scatola vuota rilanciata prima da Zaia e poi da Galan senza però alcun risultato pratico. Eppure, come sosteniamo da tempo, il Paese ha bisogno di uno strumento capace di rappresentare ed essere sintesi di interessi diversi a vantaggio del sistema Italia.

Il cuoco Emanuele Esposito, attraverso 'Italia a Tavola”, rilancia l'idea di far convergere in questo scatolone vuoto tutte le iniziative che a vario titolo si fanno in giro per il mondo, dandogli una veste autorevole ed efficace. Il tutto con una gestione in cui siano coinvolte tutte le organizzazioni e gli enti che a vario titolo operano nel settore, così da farne davvero una sala di regia nazionale. Sarebbe un grande servizio al Paese sulla cui validità ci piacerebbe sentire il parere del ministro Romano, pure sempre pronto ad esprimersi ogni giorno su ogni questione. E con una BuonItalia riformata potrebbe collaborare un altro carrozzone inutile quale l'Enit che di fatto arranca e non è in grado - nonostante il physique du rôle del suo presidente, Matteo Marzotto - di lasciare un segno concreto. Chissà che da due insuccessi non sia possibile imparare e mettere in piedi un'iniziativa davvero vincente. Noi continuiamo a credere che sia possibile farlo.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net




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01/07/2011 17:15:00
4) Alle istituzioni interessa davvero cambiare le cose?
Nei momenti cruciali sono risolutivi la forza e il coraggio della gente comune, sconosciuta e senza importanza. Le persone famose hanno spesso troppo da perdere e abbandonano la causa al fine di proteggere se stesse. Un detto Buddhista che esorta la "gente comune e sconosciuta" come noi, a rialzare la testa e darci il coraggio di cambiare le cose. Grazie al direttore Lupini col quale vanto un rapporto di amicizia, rispetto e collaborazione ed ai tanti seri operatori del settore che vogliono il cambiamento (titolari, dipendenti e rappresentanti di categoria che stanno pian piano uscendo allo scoperto grazie a questa testata) che sono stufi di essere presi in giro alla luce del sole da coloro che, invece di remare nella stessa direzione, badano sostanzialmente ai propri interessi (istituzioni, rappresentanze troppe, conseguentemente codici, targhe, guide, sagre e quant'altro), bisogna porre le basi per creare una realtà che rappresenti e riqualifichi un settore che ha perso e continua a perdere credibilità e qualità (sia in Italia che nel mondo). Ascoltare la voce dei diretti interessati che conoscono i reali problemi, questo dovrebbero fare le istituzioni per riuscire a cambiare le cose, ma forse non hanno l'interesse per farlo! Utopia? Vedremo!


30/06/2011 09:40:00
3) L'Italia merita di più
Caro Direttore,
Non possiamo e non dobbiamo fermaci, io sono con lei e continuerò questa battaglia fino in fondo, e sperando che altri ci seguiranno con i fatti e non con parole. Questo Governo, come del resto quello in precedenza, non hanno fatto nulla per prevenire un disastro eno-gastro-economico. Diciamocelo francamente, i numeri veri sia del turismo che dell'esportazione non sono quelli che un Paese come l'italia deve aspettarsi, noi meritiamo di più, e possiamo fare di più. BuonItalia Spa è un disastro economico, una struttura clientelare a tutti gli effetti!! E la nostra categoria non può starsene a guardare, di errori madornali ne abbiamo commessi anche noi! è ora delle scelte vere o di creare un gruppo unito e coeso o altrimenti staremo a guardare il mondo che cammina!


29/06/2011 19:08:00
2) Una conferenza attorno a Milano Expo per qualcosa di positivo

Ebbene, sarebbe bello, se avesse un passato culturalmente rispettabile e appena appena presentabile e si capisse chi ne gestisce e presiede lo scopo. Chi è Buonitalia Spa? Buonitalia Spa è la società per la promozione, l''internazionalizzazione e la tutela dell''agroalimentare italiano, promossa dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali nel luglio 2003. Buonitalia Spa è costituita dal ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf), dall'Istituto nazionale per il Commercio estero (ICE), dall'Istituto di Servizi per il Mercato agricolo alimentare (ISMEA) e dall'Unione italiana delle Camere di commercio, industria, atigianato e agricoltura (UNIONCAMERE) e opera in sinergia con il ministero degli Affari esteri, il ministero del Commercio internazionale e le Regioni italiane.

Buonitalia Spa si propone di diventare una società autorevole nella ideazione e realizzazione di progetti per l'internazionalizzazione dell'agroalimentare italiano perché solo così potrà essere riconosciuta quale cabina di regia di iniziative concrete, rilevanti, efficienti a favore del comparto. Questo è quanto rilevo da documenti pubblici di presentazione, non dagli ultimi 24 mesi di decisioni di appoggio e di liquidazione. Mi spiace, non sono parte in causa, ma le negatività appaiono superiori alle positività. Ci potrebbero essere altre candidature recuperabili, di cui nessuna vergine, ma le proposte dovrebbero essere bene accompagnate dalla volontà di prendersi cura del problema e del tema della ristorazione, al di fuori della rappresentatività politica o di classe.

Che ragione avrebbe il settore alberghiero ricco di risorse e tradizione ad essere tenuto al di fuori oppure la realtà delle iniziative di campo e di turismo? Direi che la definizione più felice dei protagonisti della ristorazione era stata definita in occasione della fondazione di Cuochi di Lombardia. Da quella data è stata persa l'occasione eccezionale di una ripresa di responsabilità e di stima della missione del cuoco. Del cuoco di cucina italiana, a cominciare da quella Ambrosiana. Il ruolo era stato ben recepito dalla Cciaa e dalle autorità civili: DECA è decaduta ad aria fritta per colpa dei protagonisti, tutti insieme. Solo una conferenza attorno a Milano Expo potrebbe rilanciare il desiderio di dare corpo a qualcosa di positivo, concreto, al di sopra delle speculazioni.



29/06/2011 10:02:00
1) Il Codice del turismo tra finti agriturismi e sagre tarocche
Purtroppo sordi e ciechi non sono solo i nostri Ministri, ma anche la politica nel suo insieme; basta vedere quanta attenzione dedicano ai problemi del nostro settore, rispetto a questioni seppure importanti di cambio o scambio di Governo. Vogliamo uscire tutti insieme dal Paese dei balocchi dove troppi Pinocchio vivono e vegetano. Il recente Codice del turismo è la dimostrazione di tutto questo. Viviamo nel finto: finti agriturismi, finte sagre taroccate... I primi dovrebbero valorizzare i prodotti del territorio invece usano in maniera spudorata aglio cinese, prodotti extracomunitari, ecc., sponsorizzano pranzi di lavoro, matrimoni, cerimonie di qualsiasi natura. Alla faccia delle regole. Il Codice del turismo serve per sanare queste situazioni, mense aziendali agrituristiche... Per non parlare delle finte sagre. Non mi riferisco alle feste ormai diventate patrimonio personale per molti comuni i quali hanno istituito con accordi dei privati veri e propri poli enograstonomici-fiertistici-espositivi. Sono convinto che se ognuno di noi ritornerà a fare in modo serio il proprio lavoro (il contadino il contadino, il commerciante il commerciante, il ristoratore il ristoratore) daremo certezze ai consumatori/clienti di non vendere lucciole per lanterne. Il contadino produce ottimi prodotti ma è il cuoco che dà corpo, sapore, anima ad ogni piatto.




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