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La Fipe festeggia con la Brambilla Problemi irrisolti, Zini glissa

Il vicepresidente nazionale Fipe risponde all'editoriale del direttore di Italia a Tavola: «Non posso essere ritenuto responsabile» per le mancanze del ministro Brambilla, ma di fatto non prende le distanze e giustifica l'attuale impasse sul Codice del turismo che crea solo danni alla ristorazione

14 settembre 2011 | 16:08
La Fipe festeggia con la Brambilla Problemi irrisolti, Zini glissa
La Fipe festeggia con la Brambilla Problemi irrisolti, Zini glissa

La Fipe festeggia con la Brambilla Problemi irrisolti, Zini glissa

Il vicepresidente nazionale Fipe risponde all'editoriale del direttore di Italia a Tavola: «Non posso essere ritenuto responsabile» per le mancanze del ministro Brambilla, ma di fatto non prende le distanze e giustifica l'attuale impasse sul Codice del turismo che crea solo danni alla ristorazione

14 settembre 2011 | 16:08
 

Alfredo Zini (a sinistra nell'elaborazione grafica), vicepresidente nazionale Fipe e vicepresidente dell'Epam (associazione provinciale milanese dei pubblici esercizi), replica con una lettera all'editoriale del direttore di 'Italia a Tavola” del 6 settembre. A fronte di una perdurante assenza di notizie sulla circolare interpretativa promessa dal ministro Michela Vittoria Brambilla (a destra nell'elaborazione grafica) all'indomani dell'entrata in vigore del tanto discusso Codice del turismo, Alberto Lupini aveva espresso le sue perplessità sul Festival della Ristorazione, manifestazione annunciata dalla stessa Ministra per il 27 settembre e che sembra organizzata solo per racimolare consensi. Il direttore si rivolgeva poi a Zini per sapere le ragioni che lo hanno spinto a diventare uno dei maggiori sostenitori delle iniziative della Brambilla (in primis proprio il 'fantomatico” Festival della Ristorazione) e le cause del silenzio di Fipe di fronte alla continua assenza della circolare interpretativa. Nella lettera viene anche annunciata l'adesione alla Giornata mondiale del Turismo del 27 settembre a cui la Brambilla parteciperà "ospite" della Fipe.

Alfredo Zini e Michela Vittoria Brambilla (elaborazione grafica)

Pubblichiamo qui di seguito la lettera di Alfredo Zini, seguita dalla replica del direttore di 'Italia a Tavola”.

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Gentile Direttore,
Si sa che la polemica è il sale del giornalismo e ben vengano tutti gli articoli che possano stimolare riflessione, discussione e soluzione dei problemi. Nell'aprire la polemica, però, sarebbe cosa buona e giusta capire e attribuire ad ognuno le proprie competenze nel rispetto dei propri ruoli, campi di azione e responsabilità. Confondere il piano personale da quello della rappresentanza e soprattutto confondere il compito di un'organizzazione di imprese con il compito di un organismo politico e di potere significa fare del male ad un settore che sta vivendo un momento di difficoltà in un contesto disastroso come quello in cui l'Italia è precipitata a livello generale.

Del silenzio sul provvedimento correttivo al Codice del Turismo di cui lei mi accusa a titolo personale andrebbe chiesta ragione al ministro Michela Vittoria Brambilla. La responsabilità e il campo di azione dell'organizzazione Fipe di cui sono vicepresidente sono stati adempiuti ampiamente e con successo, giacché il loro limite arrivava al tavolo della trattativa con il Ministro; tavolo che è andato a buon fine. Certo non posso essere io (Alfredo Zini come singola persona sebbene vicepresidente dell'organizzazione Fipe) a dover suggerire o peggio ancora imporre al Ministro e a tutto il suo staff con quale tipo di provvedimento correggere le mancanze del Codice del Turismo.

Né posso essere ritenuto responsabile, oltretutto con un'accusa a titolo personale, di un impegno del Ministro! Lei stesso annota che molti esercenti milanesi hanno già voltato le spalle al centro-destra nelle elezioni comunali vinte da Pisapia. è interesse del ministro del Turismo recuperare uno sgarbo fatto agli esercenti che hanno la memoria lunga. C'è una sola causa a cui sono votato: rappresentare e tutelare al meglio gli interessi di chi mi ha eletto nella categoria a cui appartengo, cioè la ristorazione.

L'organizzazione Fipe aveva da subito levato la sua voce contro il Codice del Turismo, contestando che serviva a spalancare la porta dell'attività di ristorazione (senza trasferirne però gli obblighi e i controlli) a nuovi soggetti (principalmente alberghi, campeggi, bed & breakfast) che ora possono somministrare pasti anche a chi non è ospite 'interno”. Lei stesso ha ricordato lo scontro duro che l'organizzazione Fipe (tutta l'organizzazione e non Alfredo Zini come persona singola) ha avuto con il Ministero.

Anzi, aggiungerò di più. Lo scontro di Fipe con il Ministero era ancora più profondo ed aveva una finalità ben più precisa: estendere la definizione di impresa turistica a tutti i pubblici esercizi e non solo a quelli che rientrano nei distretti del turismo. Spiace notare che questo aspetto, che pur parrebbe una sottigliezza giuridica ed invece pone basi importanti per il rilancio del settore, sia stato da lei colto solo marginalmente. Ed era proprio su questo punto che il Ministro aveva speso il suo impegno ad emanare un provvedimento correttivo.

Per quanto riguarda poi il Festival della ristorazione, mi lasci dire che il 27 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Turismo. Fipe aderirà alla giornata.

Alfredo Zini

Di seguito la replica del direttore di "Italia a Tavola".
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Troppa politica e poca rappresentanza di interessi

Caro Alfredo,
mentre io continuo ad usare il 'tu” che ha sempre caratterizzato i nostri rapporti, devo rilevare che forse hai preso una cantonata. Nessuno ha mai preteso che la Fipe potesse "costringere" un Ministro a fare qualcosa, né che eventuali impegni non mantenuti ti potessero essere addebitati sul piano personale. Questa è una strumentalizzazione e un torto che fai alla mia intelligenza e a quella dei lettori e dei tuoi rappresentati. E che sia pretestuoso è talmente scontato che suona un po' come una excusatio non petita, tipica di quei politici (e la nostra casta ne è piena) che si giustificano per cose di cui non potrebbero mai essere responsabili, ma non di quelle che gli toccano... E in questo caso, mi spiace rilevarlo, tu dimentichi che ti eri assunto pubblicamente (vedi le dichiarazioni da noi riportate) il compito di stanare il Ministro per sistemare i danni gravissimi che ha fatto al settore della ristorazione con il suo Codice del turismo... e mi limito alle dichiarazioni di fuoco di Fipe che era giunta a minacciarne la richiesta di dimissioni.

La domanda che ti avevamo posto nei giorni scorsi era se, dopo gli ultimatum dati, la Fipe avrebbe fatto qualcosa in assenza di novità. Anche perché, e sono sempre tue dichiarazioni ufficiali, la collaborazione della Fipe al Festival della Ristorazione voluto dalla Brambilla a Milano era condizionata dall'ottenimento di queste garanzie sul Codice del turismo. Al punto che - esistono i tabulati telefonici per verificare quanto scrivo - prima di questa tua lettera, al telefono non eri stato affatto tenero col Ministro e ti eri riservato di rispondermi in attesa che (cosa che ti avevo anticipato sarebbe stata impossibile) alla Camera modificassero ulteriormente la Manovra approvata al Senato per risolvere i problemi che tu segnali e che noi abbiamo denunciato dal primo giorno.

Come già successo in occasione dell'entrata in vigore del Codice del turismo, con tanto di firma di Napolitano, quando i ristoratori subirono le decisioni della Brambilla, sembra che la Fipe aspetti i miracoli dell'ultima ora e rinunci a rappresentare con più forza una categoria che è stata finora solo snobbata dal ministro del Turismo.

Del resto sei sempre stato tu a giustificarmi la vostra scelta sindacale di puntare sul ministro del Turismo invece che sul più naturale referente istituzionale (il ministro dello Sviluppo economico) perché la Brambilla era stata dirigente di Confcommercio, e quindi in teoria a voi "vicina" e in grado di dare una mano ai pubblici esercizi. E lasciamo perdere se stava per dargli un'altra mazzata con la folle idea degli orari di apertura senza limiti in tutta Italia... Mi sono più volte limitato ad osservare che è stato un errore strategico questo abbinamento, e mi spiace che alla fine in campo sembri restare solo tu al fianco della Brambilla.

E per concludere osservo che con consumata abilità da "politico" glissi sulla questione centrale: non avendo ottenuto modifiche al Codice del turismo la Fipe partecipa o no all'organizzazione del Festival della Ristorazione? Tu ti limiti a dire che la Fipe aderirà alla Giornata mondiale del Turismo che si svolge quel giorno, ma non comunichi che la Brambilla sarà a Milano l'ospite d'onore in un convegno della stessa Fipe. Credo che i ristoratori italiani abbiano bisogno di altre risposte, soprattutto considerando che sempre nei giorni scorsi al telefono mi avevi detto di essere quanto meno perplesso perché ancora a fine agosto non si sapeva nulla di cosa volesse fare il Ministro sul Festival o sulla Giornata mondiale del Turismo.

In aggiunta ti confermo che ad oggi, nonostante richieste ufficiali avanzate al suo portavoce e alla sua segreteria, da parte del ministro del Turismo non è giunta alcuna precisazione sul Festival. Eppure sembrava che per la prima volta il Governo arrivasse a premiare ufficialmente dei cuochi per i loro meriti per la Patria. Ma in una situazione come questa sarebbe indispensabile sapere: chi ha scelto chi? Con quali criteri? E con quali percorsi? Invece su tutto questo c'è omertà, al punto che nasce il dubbio che forse la Brambilla abbia rinunciato addirittura a questo Festival. A meno che non voglia cogliere l'occasione della tribuna offertale dalla Fipe e dall'Epam per annunciare a sorpresa i premiati.

Sta di fatto, caro Alfredo, che è indispensabile che tu o la Fipe facciate chiarezza in fretta perché altrimenti potete rischiare davvero di farvi trascinare nell'ennesima improvvisazione del Ministro e di perdere credibilità e consenso solo per farle da predellino. In tempi di crisi come questi non ha senso pensare di dover seguire rituali e schemi di rapporti obsoleti, ormai inefficaci e un po' da casta. I ristoratori e i pubblici esercizi richiedono un sostegno vero e una rappresentanza fatta anche di proposte e di trasparenza, anche nei rapporti con un Ministro o coi suoi (forse solo virtuali) premi.

Alberto Lupini


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15/09/2011 10:44:00
3) Ha ragione Colombi, il sindacato deve cambiare per tutelare di più i ristoratori
Caro Colombi Enrico, hai analizzato molto bene la situazione, e non posso che concordare che è realmente arrivato il momento di pensare seriamente a rivedere il nostro sindacato, troppo preso a fare melina con la politica invece di difendere le categorie, da un fisco e da manovre economiche che ci stanno mettendo seriamente in pericolo. Senza tralasciare questa indifferenza su una concorrenza interna tra bar che cucinano spesso al di fuori delle regole e ristoranti invece pieni di regole. Io non posso non denunciare pubblicamente che ho più volte chiesto ai vertici di Epam/Fipe ma anche al presidente Sangalli di essere ascoltato su questi problemi, per ora la risposta è il silenzio e l'indifferenza, che sono le risposte più odiose. Silenzio e indifferenza, la storia insegna sono le premesse delle rivoluzioni.


14/09/2011 23:52:00
2) Poche cose buone in vista per i pubblici esercizIi
Ma a cosa porta tutta questa vicinanza fra la fipe e la brambilla? Non vedo molte novità positive per i pubblici esercizi...Anzi


14/09/2011 19:18:00
1) Che disastro, sindacato debole
Che disastro. A leggere attentamente la lettera del vicepresidente Zini, e la puntigliosa e articolata risposta del direttore Lupini, sembra quasi che alla Fipe interessi di più fare melina col Ministro, che alzare la voce per difendere noi ristoratori. Forse Lupini esagera nel pretendere che un sindacato vecchio e che finora ha difeso solo le discoteche e i bar, ora sappia come fare per tutelare gli interessi di noi ristoratori, schiacciati fra un Ministro che fa gli interessi degli albergatori e un sindacato che, almeno a Milano, continua ad essere piegato a quelli della Movida. Forse è il caso che cominciamo ad occuparci di più dei nostri interessi di categoria e dare più forza ad un sindacato che è diventato debole.




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