Da Bruxelles arriva la bacchettata all'Italia sull'etichettatura. E proprio quando il Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan era pronto a tradurre in pratica la nuova legge sull'indicazione di origine dei prodotti alimentari, è giunta la lettera con "invito a non procedere". Mittenti, i Commissari europei per la Salute e Tutela del Consumatore John Dalli e per l'Agricoltura Dacian Ciolos.
Il contenuto è chiaro:
1) si rammenta che lo scorso anno la Commissione europea aveva già intimato all'Italia di sospendere l'esame del disegno di legge in cui si prevedeva l'indicazione obbligatoria in etichetta dell'origine dei prodotti alimentari
2) in barba alle prescrizioni comunitarie, il Parlamento italiano ha approvato il disegno di legge in questione
3) nel frattanto, è proseguito il dibattito europeo sulla proposta di regolamento Ue per l'informazione al consumatore relativa ai prodotti alimentari. Prima lettura al Parlamento europeo il 16.6.10, accordo politico al Consiglio il 7.12.10, in vista dell'adozione della posizione comune degli Stati membri il 14.2.11, e del successivo dibattito in Assemblea. Tale proposta comprende, tra l'altro, nuove regole per quanto attiene all'indicazione dell'origine dei prodotti (che si prevede obbligatoria, ad esempio, per tutte le carni fresche e il latte fresco)
4) L'Italia non può permettersi di adottare in questa materia regole ulteriori rispetto a quelle comuni.
«Chi nasconde cosa? – ha detto il ministro Galan -. è questo che mi sono chiesto quando ho letto notizie di stampa e articoli in cui si narra di una lettera a me indirizzata 'tenuta segreta il più a lungo possibile”, così da nascondere all'opinione pubblica una presunta irritazione dei Commissari europei a proposito della recente legge italiana sull'etichetta trasparente. Nessuno ha tenuto segreto un bel nulla, perché in realtà la lettera a firma John Dalli e Dacian Ciolos è stata inviata dalla Rappresentanza italiana permanente presso l'Unione europea al sottoscritto solamente lo scorso 1 febbraio. Questo per la chiarezza, ma anche per poter dire che ho più volte ribadito ai Commissari Ciolos e Dalli il mio apprezzamento per il lavoro che la Commissione sta compiendo, con l'auspicio, da parte italiana, che i principi dell'etichettatura obbligatoria sull'origine agricola degli alimenti possano essere recepiti nel quadro giuridico comunitario. Come è noto, la legge approvata all'unanimità dal Parlamento italiano parte dall'esigenza diffusa tra i consumatori e nella filiera produttiva di veder garantita un'informazione trasparente in merito all'origine. Ovviamente, trasmetteremo la legge alla Commissione Europea non appena questa sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Confermo la piena sintonia con gli orientamenti comunitari, tanto è vero che, come più volte richiesto dalla Commissione, invieremo alla stessa i decreti attuativi, prodotto per prodotto. In ogni caso, sono certo che ciò che è stato fatto in Italia in questa delicatissima materia sarà tenuto nella giusta considerazione dalle Istituzioni comunitarie».
«A me di inopportuno – ha detto l'assessore all'agricoltura e tutela del consumatore del Veneto Franco Manzato - pare l'atteggiamento comunitario. Anzi: più che inopportuno mi sembra contrario agli interessi non solo italiani ma europei in generale. Chiedere da parte degli uffici di soprassedere è una forma educata di 'no”, ma da parte italiana ci aspettiamo assoluta fermezza sulla questione. La Comunità farebbe bene, a mio avviso, ad adottare immediatamente un Regolamento in materia, se vuole essere convincente su una questione delicata che riguarda la salute e la tutela dei consumatori, ma anche le possibilità dell'economia europea di essere veramente concorrenziale a livello mondiale. Sono certo che la struttura comunitaria non sia condizionata o condizionabile da parte dei potentati economici mondiali che vogliono mimetizzare le produzioni per confondere le nostre con quelle altrui, ma il risultato mi sembra il medesimo. Noi siamo per la libera concorrenza eccome ma per essere libera occorre che il made in Veneto e il made in Italy che circola nel mondo sia davvero tale e che ciò che arriva da noi si sappia da dove proviene. Questo principalmente in funzione della salute e della tutela dei consumatori che, in un mercato molto condizionato dal punto di vista economico, sono e saranno liberi solo quando avranno a disposizione tutti gli elementi per fare una scelta informata e consapevole».
«La bacchettata di Bruxelles sull'Italia e il ddl sull'etichettatura d'origine obbligatoria – ha dichiarato Erder Mazzocchi, commissario straordinario Arsial (Agenzia regionale per lo Sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura del Lazio) -, approvato di recente dalla Camera dei Deputati, non è di certo una notizia che fa bene all'agricoltura di qualità. Rammaricano le parole espresse dall'Unione europea che giudicano 'inopportuna in questa fase l'adozione di una norma nazionale” in tema. Stiamo combattendo, in veste di capofila, una battaglia importante per la sicurezza alimentare. Sono convinto che possiamo ancora farcela. Attendiamo fiduciosi gli step successivi. Sulla tutela delle produzioni agroalimentari non dovrebbe far testo alcuna controversia».
«La materia dell'etichettatura obbligatoria dell'origine dei prodotti agroalimentari - ha dichiarato il presidente della Copagri, Franco Verrascina - è di importanza tale da richiedere il massimo sforzo bipartisan per l'unità della politica italiana. Conta solo l'interesse nazionale e, nella fattispecie, quello di un settore che dall'etichettatura ha tutto da guadagnare in termini di competitività sui mercati e di lotta contraffazioni e quello dei consumatori che potrebbero arrivare a scelte davvero sicure e consapevoli. Vorrei ricordare come il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, sia sempre stato in prima linea in questa battaglia e continua ad esserlo con una visione realistica e non certo propagandistica».
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