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Più pesce crudo al ristorante Ma attenzione alla salute del cliente

Se prima sulla tavola dei ristoranti italiani si prediligeva fritto misto, pesce al forno, ecc., ora predomina il pesce crudo. Da qui i necessari accorgimenti che i ristoratori devono mettere in pratica per salvaguardare dai parassiti la salute dei clienti, tra cui in primis l'abbattimento a -20°C

 
30 aprile 2011 | 12:35

Più pesce crudo al ristorante Ma attenzione alla salute del cliente

Se prima sulla tavola dei ristoranti italiani si prediligeva fritto misto, pesce al forno, ecc., ora predomina il pesce crudo. Da qui i necessari accorgimenti che i ristoratori devono mettere in pratica per salvaguardare dai parassiti la salute dei clienti, tra cui in primis l'abbattimento a -20°C

30 aprile 2011 | 12:35
 

MILANO - Le abitudini alimentari degli italiani per quanto concerne il consumo di pesce sono cambiate. Le loro preferenze, un tempo rigorosamente orientate verso piatti nel solco della tradizione (fritto misto, pesce al forno, ecc...) si sono adeguate al consumo anche di un altro interprete: il pesce crudo, che lascia ampi spazi all’estro dello chef.

Peccato però che le recenti e preoccupanti notizie circa la salubrità del pesce oggi consumato - per esempio l'inutile allarme nucleare che arriva dal Giappone a causa dei recenti disastri naturali - necessitino di chiarimenti sulla necessità che i ristoratori abbiano le “idee chiare” su come salvaguardare la salute dei propri clienti.

Aldo Cursano, Alberto Lupini e Alfredo ZiniÈ quanto è scaturito nel corso del Convegno “Il pesce crudo e il surgelamento con l’abbattitore. L’utilizzo dei prodotti surgelati nella ristorazione, cosa fare, cosa si può fare e cosa si deve fare” indetto - al Capac di Milano - dall’Associazione Cuochi Lombardi (presenti numerosi) in collaborazione con “Italia a Tavola” riuniti per un momento di confronto e scambio professionale con esperti del settore. Un incontro per rispondere alle loro perplessità operative e alle esigenze di un consumatore sempre più attento alla propria alimentazione in termini di sicurezza.

Presenti, tra gli altri, Aldo Maria Cursano (nella foto, a sinistra, accanto al direttore di "Italia a Tavola" Alberto Lupini), vice presidente vicario della Fipe e Alfredo Zini (nella foto, a destra) già vice presidente della stessa Associazione e recentemente nominato presidente nazionale dell’Ente Bilaterale del Turismo.

L’apertura del convegno è avvenuta con le parole di Zini: «l mio ruolo di vice presidente mi consente di sottolineare che l’Associazione, punto di eccellenza per le imprese della ristorazione, è tesa alla crescita dell’imprenditorialità degli associati, anche con l’attuazione di corsi professionali che sensibilizzino gli operatori sui problemi legati al tema del pesce crudo, un percorso a salvaguardia sia del loro operato ma anche a tutela del consumatore».

Aldo Maria Cursano ha riconosciuto che il pesce crudo può essere portatore involontario di parassiti nocivi all’uomo. Cosa fare allora? «Indispensabile - ha sottolineato - approvvigionarsi di un prodotto già sottoposto a trattamento di bonifica preventiva o trattarlo direttamente con l’abbattitore anche se il suo uso impone lavorazioni aggiuntive e inevitabili perdite di tempo. L’abbattitore abbatte in tempi rapidissimi la temperatura del pesce uccidendo il parassita. E il meglio per garantire sicurezza al ristoratore e ai consumatori sarebbe di utilizzare abbattitori di nuova generazione che riducono la temperatura a -20° nel minor tempo possibile. Quattro ore sarebbe un grandissimo risultato in termini di sicurezza per tutti e costituirebbe un elemento distintivo tra chi lavora seriamente e chi no, e sul quale lavorare anche in termini di promozione».

Ha poi aggiunto: «Nella mia Toscana i controlli da parte degli enti preposti al controllo hanno portato a 208 processi, ma in 203 casi c’è stato un risultato favorevole ai ristoratori perché erano state applicate le procedure che avevamo indicato».

Ciò che però è importante, hanno ricordato i due esponenti della Fipe rispondendo a precise sollecitazioni del direttore di Italia a Tavola, Alberto Lupini, è che a livello politico ci sia un qualche intervento di ulteriore chiarimento e indicazione normativa per garantire di più chi fa il suo lavoro correttamente. Da qui l’impegno a riportare al ministro della Salute,. Ferruccio Fazio, i risultati del convegno sul pesce crudo in occasione del prossimo incontro pubblico Fipe-Ministero in occasione di TuttoFood.
 
Niente asterisco...

Fatte tutte le procedure di bonifica (a partire dall’abbattimento a -20° per almeno 24 ore) resta il quesito di fondo se in menu questo prodotto va indicato come surgelato o meno. La posizione della Fipe, espressa da Aldo Maria Cursano e Alfedo Zini, è netta: non si devo mettere i famigerati asterischi (obbligatori per i prodotti acquistati confezionati e surgelati) perché siamo in presenza di prodotto fresco che, secondo le prescrizioni di legge, subisce una bonifica con l’abbattimento, ma è stato selezionato dal ristoratore in base alla sua freschezza e qualità. L’abbattimento a bassa temperatura serve per eliminare i parassiti e permetterne l’utilizzo a crudo senza rischi, così come avviene con la cottura che elimina il parassita.



Se non si deve quindi mettere l’asterisco in menu è però opportuno indicare qualcosa, anche solo per distinguere un ristorante di qualità. Sulla questione anche all’interno della Fipe ci sono però posizioni diverse che tengono conto del diverso grado di rapporto esistente fra la categoria e le istituzioni che si occupano dei controlli.

In Toscana, ad esempio, dove il grado di responsabilizzazione dei ristoratori è molto alto e da tempo c’è un rapporto di collaborazione stretto con Asl e Nas per colpire chi non è in regola, viene segnalato di indire in menu la seguente dicitura a proposito di pesce crudo: “prodotto sottoposto a bonifica preventiva conformemente al regolamento CE 853/04”. E questo perché siamo in presenza di prodotto-piatto venduto direttamente al consumatore. Dichiarazioni più impegnative sono invece richieste per prodotti confezionati venduti all’ingrosso.

Nel resto d’Italia, dove forse la categoria a un rapporto meno fiduciario e di collaborazione con le istituzioni, la Fipe consiglia di porre la seguente dicitura in menu: “Il pesce destinato a essere consumato crudo o praticamente crudo è stato sottoposto a trattamento di bonifica preventiva conformemente alle prescrizioni del regolamento (CE) 853/04, allegato III, sezione VIII, capitolo 3, lettera D, punto 3”.


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02/05/2011 11:50:00
1) Ottima iniziativa
Questi appunti rappresentano un'opinione personale che deriva da quasi quarant'anni di osservazione, frequentazione, commento liberamente espresso su tale tematica dai banchi della Accademia Italiana della Cucina, dalle associazioni di categoria, dai dibattiti stimolati da Agorà ed AIC e successivamente dalla stampa agroalimentare, sulla base di una ampia esperienza nazionale ed internazionale e dalla professionalità in materia in industria e in comunità internazionale che mi ha permesso di affrontare tematiche di rischio e sicurezza in ambito internazionale.

Il primo commento personale è d'applauso all'iniziativa di un convegno a caldo, sorta sulla scorta di interventi che mass media e stampa stampata hanno divulgato con 'improprietà di comunicazione”, per ragioni che caratterizzano una scarsa propensione alla comunicazione scientificamente qualificata e un'analisi dell'affidabilità delle informazioni che su tali tematiche di responsabilità di ruoli ed effetti d'immagine richiede un'indagine attenta e competente.

Le ampie occasioni d'intervento degli esperti chiamati a tavola rotonda l'hanno frequentemente richiamata esprimendone il bisogno in termini di 'formazione”, o di necessità di dialogo e informazione primaria aperta ed obiettiva per tutti i protagonisti della filiera agroalimentare.  Non manca anche in questo caso un'eccessiva mole di norme e regolamentazioni di provenienza e validità non sempre 'chiara” e 'risolutiva”, lasciata all'interpretazione, a mio avviso, 'arbitraria” di distretti territoriali di giurisdizione di magistratura e organismi operativi di controllo. Nonostante l'esperienza fatta con la prima normativa di sicurezza internazionale sul rischio alimentare trasferita dalle metodologie di sicurezza industriale a metodi in applicazione per tutto il sistema alimentare, compresa la somministrazione (normative HCCP), la frammentazione della tipologia di operatori della somministrazione in Italia e la loro rappresentanza ha reso un cattivo esempio di definizione o di confusione dei ruoli di ciascun protagonista, richiamato di fronte alla legge a doversi difendere da prassi e doveri non sempre correlati con convincimento.

Lasciando ad un altro convegno e incontri un dibattito sull'opportunità di una revisione globale delle attribuzioni di ruoli e relative responsabilità, l'occasione ha perlomeno portato luce con alcuni degli esperti su informazioni di diritto e di fatto, su domande e risposte sul preciso tema: natura e rischio del cibo a base di pesce crudo e azioni di protezione da ritenere idonee nei casi specifici.

Fortunatamente il campo è stato mantenuto dal moderatore ristretto all'abitudine nel nostro paese al gusto del pesce crudo derivata dalla pratica di tradizioni locali che si perpetuano da secoli e abitudini che finora – salvo casi eccezionali – non avevano mai destato particolari ansie in quanto erano oggetto di somministrazione più lungo strade, spiagge, acque locali che attività di ristorazione: mi limito ai vari crudi. Il pescatore ha sempre coperto il rango di esperto della qualità e proprietà di salubrità del pescato da mangiare crudo, dai molluschi e crostacei al pesce, nello stesso rango in cui il contadino ed il ricercatore di prodotto naturale selvatico ha avuto l'accreditamento per i prodotti di orto e di bosco.

Tuttavia da una decina d'anni hanno preso piede nel mercato abitudini alimentari provenienti da altri continenti: i crudi giapponesi di sushi e sashimi, i crudi marinati centro-sud-americani di seviche, l'imitazione con pesce delle cotture semi-crude di carni o delle preparazioni anche di pesci a carpaccio, a tartare, marinati in imitazione a quei piatti.

Questi sono in pratica operativa oggetto della massima attenzione di 'sicurezza alimentare” in tutto il mondo, che la rete web e quella della distribuzione primaria di materie prime e semilavorati rende un unico mercato. Quasi tutto è OK per il pesce del mediterraneo, all'infuori che per l' 'azzurro” di sardine, alici, sgombro in quantità e in qualità rimediabile attraverso una bonifica per abbattimento di temperatura sul 'FRESCO” trattato con evoluti sistemi di raffreddamento rapido, sotto-raffreddamento, non solo congelamento, per DISTRUGGERE l'aggressore anisakis, di cui non si conosceva neppure il nome ma si vedeva sulla pelle del pesce che il pescatore scartava.

In questo caso la tecnologia ha generato metodi di trattamento che si differenziano per la potenza dell'impianto di sottorafreddamento necessaria al raggiungimento di temperature che da un minimo di -20°C  ai -40/45 della pratica internazionale o ai -90/110 delle richieste di trattamento in poche ore rispetto al condizionamento fino a 24 ore necessario per le condizioni più blande, costi e quantità di prodotto da trattare premettendo!

Il mediterraneo pesce sciabola invece è INFESTATO e DEVE ESSERE EVISCERATO SEMPRE!

Ma allora come si fa per chi non ha soldi e attrezzatura? IL PESCE PER SICUREZZA SI CUOCE, CIBARSI DI PESCE CRUDO o è una tradizione da perpetuare privatamente, ciascuno a proprio rischio, o da lasciare alla somministrazione di LOCALI ATTREZZATI. Non si tratta del mercato del pianeta, ma di una nicchia particolare.

Allora? Le conclusioni sono lasciate ai singoli CUOCHI, SOMMINISTRATORI la cui diretta responsabilità di sicurezza rimane come quella del medioevo, oppure alla certificazione di FORNITORI SPECIALIZZATI che ne garantiscono la sicurezza per le preparazioni di cui sarà disponibile adeguata documentazione.

Tuttavia, nell'unico intervento fatto, di poche parole, non si giochi sul PESCE FRESCO e sui vari asterischi quando il PESCE FRESCO (non scongelato) è acquistato dal fornitore di fiducia e semplicemente BONIFICATO ALLO SCOPO DI UNA PREPARAZIONE DI CUCINA CRUDA O SEMICRUDA: tale è la sua origine, e l'asterisco lo DECLASSIFICA al rango di surgelato da grande distribuzione intercontinentale.

L'ultima circolare di FIPE riprende la Circolare del Ministero della Salute n. 4379-P che ha come titolo: 'Chiarimenti concernenti alcuni aspetti applicativi del Regolamento CE n. 853/2004 in materia di vendita e somministrazione di preparazioni gastronomiche contenenti prodotti della pesca destinati ad essere consumati crudi o praticamente crudi”.

Il chiarimento invocato è a portata di lettura. Grazie al Prof Ferruccio Fazio, scienziato, docente in medicina nucleare, accademico, amante dei piaceri della tavola ma, nella funzione di Ministro della Salute, anche sensibile alla professionalità di MAESTRI DI CUCINA ed al loro rispettoso senso di responsabilità. Grazie al Dr, Aldo Maria Cursano, e alla sua pragmatica prova portata a sostegno di un tendenza 'punitiva” dei controllori dimostrata da 208 processi per queste infrazioni discussi in Toscana, di cui 203 sono stati giudicati a favore dei RISTORATORI grazie all'applicazione documentata delle buon norme di bonifica per abbattimento e conservazione per il tempo di tabella alla temperatura di abbattimento (24 ore a – 20, poche ore a -90: tabelle internazionali)

Più bassa è la temperatura di abbattimento e più rapido è il tempo del suo raggiungimento sembra essere fattore condizionante di SAPORI DI FRESCHEZZA E CONSERVAZIONE DI AROMI DI PROPRIA NATURA apprezzabili sul piano della qualità gastronomica. Qualcuno ha scommesso la sua insegna. E' applicata anche in marina di diporto, ovviamente di lusso!

Il mio sogno?Meno burocratese, più umiltà e maggiore collaborazione tra controllori e imprenditori, meno parole e maggiore informazione, spirito manageriale nei manuali operativi  di sicurezza alimentare: soprattutto per gli organi associativi che dovrebbero moltiplicare le spese per un'informazione che può imparare a diventare efficiente per il sostegno anche del MADE IN ITALY VERO, in una RISTORAZIONE VERA NELLA QUALITA' E SICURA NEL PIACERE che offre.

La tecnologia in cucina ha fatto passi da gigante, in tante delle ricette dell'ultima ventina d'anni, che si moltiplicano in scala esponenziale. Nel mondo la regolamentazione e le pratiche di sicurezza a volte sono prese in contropiede. In Italia il ritardo è endemico, della stessa natura di quello che interessa la durata di un processo. Cerchiamo di ricominciare da capo, con umiltà, meno supponenza e porgendo il microfono a chi sa cosa dire e soprattutto sa ciò di cui sta parlando, per studio, pratica e competenza.

Carissimi auguri.





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