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Col silenzio del Governo è sempre sagra tarocca

di Alberto Lupini
direttore
 
02 agosto 2011 | 14:16

Col silenzio del Governo è sempre sagra tarocca

di Alberto Lupini
direttore
02 agosto 2011 | 14:16
 

Questo è un editoriale che non avrei voluto scrivere. Un po' perché sono costretto a ripetere cose che andiamo affermando da anni e un po', soprattutto, perché stavolta ci sarebbe davvero piaciuto immaginare che qualcuno si fosse reso conto dei danni enormi causati dalla tante sagre tarocche che continuano ad imperversare in tutta Italia.

Complice il silenzio tombale del Governo (che non ha nemmeno preso in considerazione il documento che avevamo predisposto con esperti e associazioni di categoria, fra cui l'associazione delle Pro loco...) e complice l'interesse dei partiti (che, dalla Lega al Pd, attraverso manifestazioni di 'amici” rimpinguano le loro casse...), anche quest'anno abbiano assistito al proliferare di eventi e manifestazioni commerciali che nulla hanno a che vedere con la cultura, la tipicità e la genuinità... sicuramente gli ultimi obiettivi di feste organizzate a puro scopo di lucro. Se escludiamo quelle per il patrono del paese, o legate a qualche prodotto veramente tipico, il leit motiv delle 'sagre” continua ad essere la presenza di banchi di salamelle, di formaggi sudaticci, di dolcetti o patatine. Il tutto con grandi tavolate dove si mangia serviti da personale 'in nero” e dove non c'è alcun rispetto delle norme igienico-sanitarie.

Ci piacerebbe sapere se almeno sono state a volte fatte delle multe o se i Nas nei loro controlli hanno anche per obiettivo le sagre. Ma siamo quasi certi che si tratta di una domanda retorica la cui risposta è già nota a tutti... E questa è una dimostrazione in più di come ci sia una vera indifferenza della politica rispetto ai problemi veri del turismo, dell'ospitalità e della sicurezza alimentare. Cos'hanno fatto i vari assessori regionali o ministri del Turismo, delle Politiche agricole, della Salute e dello Sviluppo economico per cercare di stroncare un fenomeno che distrugge l'immagine del Paese, è fonte di pessima educazione alimentare e alimenta frodi fiscali e imbrogli? Nulla. Assolutamente nulla.

L'on. Michela Vittoria Brambilla che tanto si è accanita contro una manifestazione storica e conosciuta in tutto il mondo come il Palio di Siena, non ha alzato mai un dito per cercare di regolamentare attività che fanno delle nostre piazze suck nordafricani (anzi, quelli sono meglio perché autentici). E intanto il prezzo di questo bubbone ormai insopportabile, frutto di un andazzo lassista e di malgoverno, lo pagano solo i produttori seri, danneggiati da cibi contraffatti o almeno di dubbia provenienza, e i ristoratori, che sono colpiti da concorrenze sleali. Al punto che in Toscana i ristoratori di Fipe Confcommercio sono stati costretti ad avviare delle cause locali contro i Comuni che con troppa disinvoltura hanno favorito questo andazzo. Un esempio che dovrebbe essere preso a modello in tante altre realtà...

E così, anche per il colpevole silenzio di Fipe e Fiepet, che pure hanno firmato il protocollo d'intesa con le Pro loco che l'anno scorso era scaturito a seguito del documento prima ricordato, sono state davvero poche le amministrazioni locali che hanno cercato di dare una regolata a un'attività come quella delle sagre che, se ben gestite, potrebbero essere davvero un'occasione straordinaria per valorizzare il territorio, la filiera agroalimentare di qualità e il turismo.

Alberto Lupini
alberto.lupini@italiaatavola.net




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09/08/2011 09:47:00
4) Aiutatemi a difendere la mia identità!
Pregiatissimo Direttore, chi le scrive è il responsabile del progetto Igp per la Focaccia di Recco (prodotto che credo non abbia bisogno di presentazioni) una delle hit di maggior successo nelle "Sagre tarocche". Promuovo la focaccia col formaggio di Recco (quella vera) dall'ormai lontano 1989. Dal 1994, quando ancora non esistevano Dop e Igp, al fianco dei ristoratori e dei fornai che hanno reso celebre questo fantastico prodotto, cerco di trovare un modo affinché si riconosca la giusta "rispettabilità" alla nostra bandiera gastronomica. Il risultato? Beh per dirla tutta a Recco la locale Pro Loco ha pensato bene di "andar per sagre" e trovare le risorse per fare... nulla, già perché se si vogliono fare manifestazioni degne di tal nome allora ci sono ben due Consorzi (Consorzio Focaccia di Recco o Consorzio Recco Gastronomica, ristoranti in Recco) a cui viene richiesta l'organizzazione e i fondi. Posso cercare di spiegare agli "allegri focacciai" i danni che fanno a una risorsa che permette di assicurare lavoro (in regola e ben retribuito) ad oltre 400 persone ed alle 19 aziende che fanno parte del Consorzio, posso spiegare che con il marchio di tutela Igp abbiamo "messo i confini" per promuovere quel tanto sbandierato "Turismo del gusto" che sento dire in tante tribune politiche e far venire qui, da noi, tanti turisti e tanti gourmet, ma alla fine delle fiera nessun politico, tantomeno locale, osa mettersi contro Pro Loco o Comitati Gaudenti costa troppi voti. La soluzione quale può essere? Noi dopo 8 anni di "peripezie" finalmente stiamo ottenendo il marchio Igp dalla Comunità europea, stiamo predisponendo un piano di controllo piuttosto "feroce" e siamo intenzionati a metter fine a "millantatori" (come riporta il nostro sito) che per noi non sono altro che usurpatori. D'altronde non è forse giusto che il prosciutto di Parma venga prodotto a Parma, che il salame di Felino venga fatto lì, che il Brunello sia di Montalcino e così via per tutti quei prodotti che identificano il nostro territorio? Lo hanno capito anche a Bruxelles cinque signori, solo uno di loro era italiano, che mi hanno chiesto: "Perché vuole il marchio Igp per la focaccia di Recco" la semplice risposta è stata "Perché quella è la mia identità territoriale, aiutatemi a difendere la mia identità.". Grazie per l'attenzione.


04/08/2011 12:20:00
3) Bisogna remare tutti nella stessa direzione
Alberto, leggo il tuo rammarico (che é pure il mio) nella mancata risposta da parte di "QUELLI CHE" dovrebbero tutelare e promuovere la qualita del nostro settore (il discorso sagre é un piccola goccia nell'oceano delle vergogne). Ci vuole poco a risolvere le cose, invece, in questo paese economicamente alla deriva dove "QUELLI CHE" si fanno solo i propri interessi e quelli dei propri "amici", dove la legge e le regole sono a interpretazione, dove al posto delle riforme si promuove il gioco d'azzardo (a proposito quando legalizzeranno la Roulette Russa!?!), l'unica nota positiva che tiene viva la speranza é sapere che ci sono tanti professionisti (alcuni si espongono tramite Italia a Tavola) che conoscono i reali problemi ed avrebbero le soluzioni per risolverli! Bisogna sensibilizzare tutti gli opertori del settore a remare nella stessa direzione perché é il nostro interesse e non di "QUELLI CHE".


03/08/2011 18:57:00
2) La politica ha perso il suo ruolo
Caro direttore questo sarebbe un editoriale che non avrei voluto leggere. Avrei preferito vedere il sig. Ministro (mi sembra la solita minestra che ci fa mangiare) con i sig. sindaci a premiare con le solite targhe le cosidette sagre autentiche. Sarebbe stato più utile, regolamentare a livello nazionale e regionale tutte quelle cosedette feste & sagre, SOLO IN PROVINCIA DI BRESCIA NEI MESI ESTIVI (3) CI SONO 1594 FESTE E SAGRE PER 5804 GIORNATE DI TALI INIZIATIVE. Calcolando che questi dati sono riduttivi perché molti comuni non hanno comuncato alla Fiepet Confesercenti i propri calendari di feste e sagre abbiamo raccolto migliaia di firme a livello regionale in modo particolare a Brescia, Mantova e Cremona. Abbiamo presentato a livello regionale una proposta di regolamentazione di tali iniziative. Convinti che il confronto il dialogo e la giusta mediazione politica potessero dare delle risposte senza portare le varie realtà che operano e lavorano sul territorio ad una contropposizione che non serve a nessuno. Purtoppo debbo constatare che la politica ha perso quel ruolo che le compete. Cari signori non nascondendovi dietro a cosedette questioni politiche che fate il bene del nostro settore turistico recettivo. Smettetela di riempervi la bocca dell'importanza di questo settore se poi lo predete per il culo (mi scuso per la frase ma quando ci vuole ci vuole) pertanto condivido quanto stai facendo e scivendo sul tuo giornale e spero che la mia associazione che a livello territoriale è sempre stata in prima fila si unisca alla tua denuncia.


03/08/2011 09:54:00
1) Il Ministero non comprende il ruolo strategico del turismo
Condivido perfettamente il tuo "grido". Anche per noi è sempre più difficile muoverci in questo campo di iniziative improvvisate che tutto sono fuorchè genuinità, tipicità e vero prodotto tradizionale italiano. Basterebbero alcune regole chiare e un Ministero del Turismo che comprendesse il ruolo strategico del turismo, del prodotto, alla stessa stregua della qualità che qualsiasi made in Italy deve poter dare e osservare. L'Accademia delle 5T e Sapori d'Italia sono al tuo fianco in questa battaglia di civiltà e di qualità!




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